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L'Editoriale di febbraio 2021Lesa maestà, ma per favore!
Non voglio fare l’avvocato di alcuno. Abbiamo già il Presidente dell’ARI che svolge in modo pregevole questa professione. Faccio il giornalista e da quarant’anni a questa parte, anche davanti alle accuse più false e idiote, ho sorvolato replicando solo alle diffamazioni. Tuttavia, e questa scelta sorprenderà probabilmente molti di voi, ho deciso di pubblicare l'e-mail che segue del socio IZ1ANK assieme a queste mie poche righe e di nobilitarla inserendola nell’editoriale di RR. Perché? Ma perché questa storia dei diplomi e dei diplomini, scritta con la solita ironia da Paolo Zaffi (che a difendersi, nel caso, è capace anche da solo) mi ha veramente annoiato. Ho letto anche se distrattamente (perché appunto mi annoiavano) commenti perfidi e velenosi di “colleghi” radioamatori che, quasi fosse un delitto di lesa maestà, si sono sentiti in dovere di insultare persino l’ARI per quell’articolo. Dato per scontato che l’ARI e RadioRivista nulla c’entrano con l’isterismo di questi “radioamatori” vorrei solo chiarire che anch’io, che pure amo il DX e ho raggiunto e messo in bella mostra il mio Top Honor Roll, ho le pareti zeppe di targhe e diplomi. Accanto ai quali ho voluto appendere anche, per ragioni affettive, alcuni awards obbiettivamente “minori”. Per esempio il diploma GIRF (mio padre era un capostazione principale) e quello del Terzo Battaglione Trasmissioni Spluga (di cui indegnamente ho fatto parte). Insomma, c’è spazio per tutto e per tutti. Sulle pareti, come nei sentimenti. Come nelle passioni. Il fatto che abbia pubblicato l’articolo di Palo Zaffi (sì caro amico, l’ho letto, tranquillo, prima di pubblicarlo, non c’è bisogno che mi ricordi i miei doveri di Direttore) significa solo che, come insegnano nei giornali dove sono cresciuto, e i Direttori sontuosi, come quelli che ho avuto io, che un giornale funziona anche quando riesce ad innescare il dibattito. Certo che se il dibattito deraglia nell’insulto e diventa solo una sequela di osservazioni becere, allora chi le scrive può andare allegramente a quel paese. Quindi non voglio dare troppo peso a chi è già appesantito dalla sua ottusa permalosità. Papa Francesco ci ricorda come, da una prova così dura come questa pandemia, si può uscire migliori o peggiori. Temo che molti facciano del loro meglio, sì. Ma per uscirne peggiori. * Vicepresidente dell'ARI e Direttore di RadioRivista |
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