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PostHeaderIcon Opinioni&Idee

PostHeaderIcon La frequenza resterà sempre libera per tutti... Anche sul sito ari.it

Come ormai sapete queste sono le pagine di "Opinioni&Idee".

Consideratele cari lettori, una pubblica piazza nella quale ritrovarsi per discutere, proporre, criticare anche, certo, ma soprattutto per costruire assieme. Lo spazio è tutto vostro, per questo motivo, io mi riprometto di riservarmi, e nemmeno sempre, solo risposte telegrafiche. Un po' come: 59 o, se preferite: 599. Naturalmente nei casi specifici, la risposta potrà essere redatta da membri del CDN e/o del CSN e dai nostri manager. Mi corre l'obbligo di ricordare che in ogni caso le opinioni e le considerazioni ospitate in questa rubrica NON rispecchiano necessariamente il punto di vista del Consiglio Direttivo Nazionale.

73,

Gabriele, I2VGW

 

PostHeaderIcon Spazio alla controreplica sul "mio CW" da parte di Roberto, IK6QRH

Vorrei replicare ai colleghi che sulle pagine 89 e 90 di RR 1-2023 si riferiscono al mio articolo sul CW pubblicato su RR di giugno 2022 a pagina 35, in quanto, anche se sono sicuro che la maggior parte dei lettori abbiano colto il senso e lo "spirito" del mio scritto, c'è forse motivo di chiarire alcuni punti.

Il mio "metodo" non ha nulla di miracoloso e non vuole essere una "scorciatoia", è invece un modo per approcciarsi al CW in modo stimolante e divertente a mio parere.

E' ovvio che per mettere in pratica i semplici punti da me indicati è necessario avere prima appreso la base, la meccanica del codice Morse, questo mi sembrava inutile dirlo. Quando si arriva, con la pratica che ho descritto e con l'aiuto del cluster, ad Ascoltare in primo luogo e poi a collegare le stazioni a cui passare il fatidico 599, ecco… quello è un punto di partenza.  Nel mio articolo, come battuta, avevo scritto che a quel punto sei un ‘telegrafista'… ma tranquillo che non ti prendono come operatore sul Titanic. Si dovrà curare e praticare ogni giorno la telegrafia nelle modalità che ognuno vorrà. Nel mio articolo traspare in tutta limpidezza il mio intento di portare qualcuno a capire quanto può essere divertente il CW, seppur con QSO minimali; qualcuno che probabilmente non sarebbe mai andato oltre i corsi base di apprendimento.

Una cosa importante è che io Non Ho Mai Scritto di buttarsi a rispondere su una frequenza indicata dal cluster senza prima capire il nominativo della stazione chiamante; questo è anzi il Punto di Forza dell'approccio da me suggerito, è proprio l'essere obbligati a capire se quella che chiama sia la stazione indicata dal cluster la cosa che ci dà modo di migliorare la parte più difficile del gioco.. capire i suoni di ogni carattere e quindi capire i nominativi. Poi il percorso è lungo e i frutti verranno col tempo e con la pratica, qualsiasi strada si voglia intraprendere, che sia quella dei contest o quella dei QSO tranquilli.

Personalmente voglio coltivare una passione, o chiamiamola anche un'arte, secondo le regole e i tempi che desidero e nelle modalità che mi danno soddisfazione. Amo i contest e amo la ricerca dei Paesi che non ho mai collegato…specialmente in CW. Lungi da me la presunzione di essere perfetto, c'è tanto da imparare per migliorarsi ogni giorno e questo si ottiene solo con la pratica. Colgo l'occasione per ringraziare chi mi ha scritto dopo aver letto il mio articolo su RR di giugno 2022, so per certo che alcuni che forse non lo avrebbero mai fatto si sono avvicinati al CW incuriositi da quanto descritto nel mio suddetto articolo e questo è sicuramente motivo di soddisfazione personale. Grazie alla redazione per la gentile ospitalità.

Roberto Borrelli, IK6QRH

 

PostHeaderIcon Ci sarebbero i software...

Gradirei fare un commento sull'articolo a firma IK6QRH pubblicato sul numero di giugno del 2022 a pag. 35.

Premesso che non conosco l'autore e che sono convinto che ognuno, in radio, si diverte come crede, a condizione, naturalmente, di non creare disturbi a terzi. Inoltre, preciso che parlo a puro titolo personale e spero che il mio scritto non sia inteso in termini di polemica.

La prima domanda che mi è venuta in mente, di primo acchito, dopo averlo letto, è stata: "ma perché affrontare la spesa di un tasto, di un keyer, "sacrificare" al lavoro ed alla famiglia ben sette giorni per imparare a manipolare su un tasto (non il verticale, per carità) il proprio nominativo e poi un ulteriore giorno (immagino con qualche pausa pranzo ed altro) per aggiungere nientepopodimeno che un de che precede il nominativo ed un 599 che lo segue?". Bastava impratichirsi con uno dei molteplici software per la gestione di un log, di un contest e con i tasti Funzione del Pc che contengono tutte le macro per portare a termine un QSO, compresi, ovviamente il proprio nominativo preceduto dal De o anche senza De e quindi il rapporto "standard" 599 o 5nn che fa più "operatore". Detto questo, passo al merito della questione inerente la pratica della radiotelegrafia o CW che dir si voglia. Subito il giudizio. Un articolo inappropriato e fuorviante, in un momento storico in cui la telegrafia aspira a divenire a pieno titolo "Patrimonio culturale dell'Umanità" e soprattutto in un momento in cui si assiste ad una richiesta di apprendimento della stessa da parte di moltissimi OM ed aspiranti tali che ne intuiscono e ne vedono da un lato l'indiscussa utilità pratica per l'attività radio, dall'altro la possibilità di apprendere un linguaggio universale, che, a dispetto di quanto afferma l'autore dell'articolo, è alla portata di tutti, dai bambini agli anziani, solo che si voglia intraprendere un percorso niente affatto faticoso, bensì piacevole e che, sin da subito, mostra tutte le sue potenzialità.

Ovviamente non mi dilungherò oltre su questo aspetto, perché sono sicurissimo oltre che presuntuoso nell'affermare che, tutti i radiotelegrafisti che lo hanno letto, assieme a coloro che in questo momento stanno apprendendo il codice o hanno finito da poco di apprenderlo, lo hanno trovato quantomeno inappropriato. D'altronde, lo stesso autore, ammette che lui la telegrafia non solo non si è sforzato di apprenderla, ma si permette anche di dare consigli sul suo utilizzo, seppure in un ambito molto limitato e cioè i contatti utili ad aumentare il punteggio dei Paesi lavorati e/o dei diplomi conseguiti. Attività nobilissima, che rientra tra le prerogative di cui dicevo all'inizio e cioè che ognuno si diverte per come crede. E però ci spiega parzialmente, praticamente non spiega, come si faccia a "migliorare la capacità di ascolto", comprendere un nominativo, seppure segnalato su un cluster se non si è seguito un percorso di apprendimento minimo di ricezione del codice. A meno che, intenda che, riprendendo il detto napoletano del "Dalle e dalle se chiecheno pure ‘e metalle", allora a forza di ricevere due, tre, quattro volte un nominativo (dopo averlo visto sul cluster), si riuscirà a ricevere bene in "n" anni.

E' ovvio che per poter ricevere in maniera decente occorrono ben più di sette/nove giorni. Per inciso, sono proprio questi operatori che, visto il nominativo sul cluster si buttano su quella frequenza e chiamano ad oltranza senza stare a sentire se la stazione lavora isofrequenza, se up e di quanto, etc. Men che meno comprendono se la stazione chiama per zona, per numero, se annuncia un breve QRX, se annuncia di fare QSY, etc. Hai voglia di stare lì impalati ad aspettare il nuovo spot sul cluster. Mi verrebbe da dire, contenti loro, ma sinceramente non riesco a farlo. Infine, e concludo, alcune note sulle affermazioni lette. Indubbiamente la maggior parte di esse sono frutto di quanto, voglio pensare, ingenuamente e tra le righe espresso dall'autore, e cioè che la telegrafia non ha avuto voglia di impararla e, di conseguenza, non conoscendola a fondo, cerca di arrangiarsi come può.

1) L'apprendimento della telegrafia non rappresenta uno scoglio impossibile da superare solo che si abbia la pazienza e la costanza di approcciarlo seguendo un metodo e soprattutto sotto la guida di un istruttore. La maggioranza delle Sezioni ARI organizza degli appositi corsi, anche se la telegrafia non costituisce più materia di esame. Questi istruttori, a loro volta la praticano e mettono a disposizione in maniera gratuita le loro esperienze.

2) Non è vero che la telegrafia sia appannaggio esclusivo di coloro che lo hanno fatto per lavoro. Questi ultimi (non tutti e non molti in verità), hanno fatto la loro parte, una volta entrati a far parte del mondo dei radioamatori, a prodigarsi affinché quest'arte mantenga la sua efficacia. Lo hanno fatto in radio, nelle Sezioni, con l'ausilio di Club prestigiosi. E questo non solo in Italia, ma in tutto il mondo. Non ho contezza di quanti siano i radiotelegrafisti radioamatori nel mondo, credo siano nell'ordine di decine di migliaia. Ne consegue che non è affatto "roba da vecchi".

3) Riguardo all'affermazione "… così ti perdi la sensazione meravigliosa……volare nell'etere… magia di vivere un contatto intimo con il tuo corrispondente ….", credo che sia completamente avulsa dal contesto. Come si faccia a provare tutte queste sensazioni se la si impara solamente manipolando il De Call 599, per me rimane ora e temo rimarrà per molto tempo un profondo mistero.

4) L'inesattezza nell'uso del De nella risposta. Quando la stazione DX risponde alla tua chiamata, se tu riprendi con il De, la prima cosa che l'operatore pensa è quella di aver ascoltato male il tuo call, per cui, nulla quaestio se il segnale è buono, al limite lo riconferma e ti manda un pensierino gentile; se invece non ti riceve bene, dovrà ripetere i passaggi, e gli farai perdere tempo. Per cui suggerisco di riprendere direttamente con il 5nn Tu, magari con un R 5nn Tu.

5) Non credo che questo modo di praticare la telegrafia permetta di "imparare in modo automatico" e non basterà tutta "l'attenzione che devi mettere…" per affrancarti da "ore e ore di noiose lezioni….".

Bene, mi sembra di aver detto tutto, o quasi. Sulla telegrafia, nonostante sia un disciplina consolidata, c'è sempre da dire e soprattutto da imparare. In tutta onestà, da operatore che pratica esclusivamente la telegrafia, non me la sono sentita di far passare tutto questo come un suggerimento valido di un metodo per apprenderla. Io ho tanti amici che si divertono a fare i contest e sono anche bravi, ma provengono tutti da un percorso di apprendimento "regolare".

Non me ne voglia l'autore che sono sicuro sia in assoluta buona fede nel voler esternare la sua esperienza ed abbia imparato in questo modo a praticarla e ne trovi, a suo modo, beneficio. Credo che un minimo di corso un tempo anche lontano lo abbia fatto. Credo anche che una Rivista come la nostra debba valutare meglio gli articoli che pubblica. Il Morse come codice è nato intorno al 1840. Marconi brevettò la radio e nei primi anni del 1900 iniziarono le prime trasmissioni. Nel corso degli anni tantissime persone l'hanno utilizzata per lavoro in tutti gli ambiti. Nel 1999 venne "dismessa" ed il suo utilizzo è ora portato avanti solo da noi radioamatori che con passione cerchiamo di trasmetterla alle giovani leve, per quanto possibile. Far passare il messaggio che la si possa apprendere con il metodo descritto, ripeto, è inappropriato e fuorviante.

73 a tutti.

CW Forever, Ben, I8QFK

 

PostHeaderIcon Se cominciassimo a intendere la telegrafia come fine e non come mezzo?

Leggo su RadioRivista, sul numero di giugno 2022, di un metodo quasi miracoloso per andare "in aria" in brevissimo tempo, per godere le delizie del CW.

Sebbene io non sia un Radiotelegrafista di lungo corso e assoluta perizia, la lettura dell'articolo, lasciandomi perplesso, mi porta ad una serie di considerazioni.

Superata la soglia del secondo millennio, sorge spontanea la domanda: ha senso imparare la Telegrafia?

O forse ha ragione il collega, a dire che si possono trovare utili scorciatoie?

Se c'è chi si sta dando da fare perché la Telegrafia sia riconosciuta come Patrimonio Mondiale dell'Umanità, evidentemente la domanda appare del tutto retorica.

Considerando che, attualmente solo (ma ne siamo sicuri? Dopo l'invasione dell'Ucraina avete sentito qualcosa in aria?) i radioamatori preservano, valorizzano, diffondono, difendono e soprattutto usano la Telegrafia, forse è il caso che essa venga affrontata come si deve.

Affrontata come un fine e non come un mezzo. Cercherò di chiarire il concetto.

Affrontare un minimo di preparazione, stimato in pochi giorni, per apprendere il proprio call e poi sbarcare in frequenza, raccogliere e passare un 599 Tu e poi passare subito oltre per un altro 599 Tu e poi ancora, in un loop infinito di 599 Tu, è quello che, al di là del risultato, raggiungibile o meno, ritengo un mezzo.

Un mezzo per accrescere solo lo score di un contest o quello dei country collegati.

Leggo l'articolo ed il nostro collega promette risultati miracolosi in brevissimo tempo, saltando misteriosamente la fase dell'apprendimento del codice, per atterrare a piè pari nel campo della ricezione da contest.

A chi non fa contest ricordiamo che i CQ sono ad almeno 25 wpm, non certo una velocità da decodificare con pochi giorni di presunto studio alle spalle.

Mistero, a me sembra impossibile la decodifica (chiariamo: ad orecchio) dei call, che in contest vengono battuti ad alta velocità.

La via suggerita è semplice: seguire i cluster e poi in picchiata piombare sul ghiotto nuovo qso.

Tale pratica richiede due premesse o… forse qualcuna in più.

Innanzitutto che la stazione di cui si legge lo spot, sia riportata esattamente.

Se la ricezione e la decodifica sono saltate, ma ci si affida esclusivamente al cluster, come faremo ad esser certi che il call sia esattamente riportato?

Mettere a log un nominativo sbagliato, è noto, annulla il qso.

Quindi avremo corso il rischio di aver perso tempo due volte, la prima non imparando la ricezione e la seconda nel mettere a log un call inesistente o quantomeno non valido.

Seconda premessa: se la ricezione è una plaga che non abbiamo mai praticato, come faremo a sapere che la stazione "spottata" sia quella che effettivamente ascoltiamo?

Quante volte, dirigendoci sullo spot, si è ascoltata un'altra stazione?

Ancora una volta faremo un QSO inutile per il punteggio, lasciando qualche perplessità al nostro corrispondente.

Di nuovo mi sembra che l'articolo proposto, consigli non un risparmio, bensì una totale perdita di tempo a chi si voglia approcciare alla Radiotelegrafia.

A quel punto, molto prima delle poche mirabolanti settimane di preparazione, meglio dirigersi da subito sull'uso di un decoder per ricevere e sulla tastiera del Pc e per inviare il famigerato 599 Tu.

Tanto si è scelto non di studiare, ma di far finta di apprendere il codice.

Avremo fatto come tante persone che, pur non conoscendo affatto la Radiotelegrafia, affollano le classifiche dei contest (e qui giù il diluvio e stracciamento di vesti), ne conosco alcune personalmente.

Quindi, perché proporre di imparare a trasmettere "correttamente il proprio call a 25 wpm", perché perdere tempo?

Altro appunto, se faremo tutto da soli, chi ci sarà a dirci che la nostra trasmissione, ancorché a 25 wpm, sia corretta?

Ancora una volta andremo allo sbaraglio, magari portando a casa i qso, ma non certo "godendo e correndo sull'onda di linee e punti".

Alla luce di queste premesse, siamo davvero certi che, al "nono giorno andremo in pista" e che tutto andrà bene?

Può darsi, ma mi viene da pensare che Nostro Signore, che è Nostro Signore, abbia avuto bisogno di ben sei giorni per creare il Mondo e l'Universo e di un giorno aggiuntivo per riposarsi.

Ora sarà pur vero che la Telegrafia richieda impegno, ma che addirittura richieda ben tre giorni in più di quello che fece il Padreterno, mi sembra un tantino esagerato.

Comunque, tralasciando pinzellacchere e quisquilie varie, come la creazione dell'Universo, "ormai, anche se non te ne sei accorto, sei diventato un telegrafista"…"molto meglio e più velocemente " …"questa tecnica …vale molto più di ore ed ore di noiose lezioni".

Ma siamo seri, vogliamo davvero far rivoltare qualcuno nella tomba e far venire un travaso di bile a chi la Telegrafia l'ha amata davvero e l'ha onorata con una pratica ed un rispetto costante?

Per favore.

Non è il gusto della polemica che muove queste riflessioni, è la difesa di un patrimonio che viene assolutamente ed irrispettosamente ignorato.

Il tutto per arrivare ad un misero 599 Tu.

Un mezzo, appunto.

La telegrafia può essere e deve esserlo, un fine.

E' vero, richiede impegno, serietà, sacrificio, dedizione e passione, tanta passione.

Le famose 3 P: pazienza, perseveranza e passione.

Senza queste non si va da nessuna parte, si può barare, ma non si conosce, ama ed apprezza quello che la Telegrafia può dare.

La Telegrafia non fa sconti, puoi avere pure 7 miliardi di country, ma se non sai operare, non sai operare e basta.

Non ci sono scorciatoie per giungere ad essere un Rt.

Potrai fare i qso da 599 Tu, ma se qualcuno ti chiederà "cosa hai mangiato a pranzo", anche se "non siamo cuochi" il tuo corrispondente ti avrà sgamato ed avrà capito che non sai stargli dietro e che quindi Non "sei un telegrafista".

Lo studio del Morse, perché di studio e pure continuo, si tratta, è come un seme da piantare, innaffiare, far germogliare e poi crescere e per talea passare ad amici e conoscenti.

Allora sì che, superato il mezzo, diventa un fine: conoscenza, amicizia, allenamenti (sì allenamento è la parola giusta) da condividere con altri "malati" della stessa passione.

A quel punto lo studio, sempre meglio fatto sotto la guida di un esperto e bravo istruttore, diventerà un momento di crescita personale, di soddisfazioni incredibili e tanto cameratismo con gli altri compagni di corso.

Altro che "ore ed ore di noiose lezioni".

Ho decine di testimonianze a conferma di quanto dico.

Allora, invece di affidarsi ad improbabili metodi, seguiamo la via più lunga, ma l'unica valida.

Sarà una strada sicuramente con difficoltà ed asperità, ma alla fine avremo imparato il Codice, avremo imparato a trasmettere ed operare e poi potremo andare in radio e …continuare a studiare.

Sì perché lo studio e la ricerca della perfezione non terminano mai.

Questo è quanto se vorremo, potremo sbarcare nel mondo del qso in chiaro, godere "del correre su linee e punti" e fare QSO di ore, non solo 599 Tu.

Sarà tutto un altro mondo che ci si è schiuso davanti.

Cominceremo a riconoscere l'amico, prima ancora che abbia terminato il CQ, stringeremo rapporti che si fondano su centinaia di qso, ci sarà la voglia di conoscersi di persona, etc.

Insomma il miracolo della Radio che noi tutti ben conosciamo.

A scanso di polemiche, voglio precisare che lo scopo di questo scritto non è inveire contro i contest, io stesso li faccio ed anche parecchi all'anno, pur rimanendo un amante del qso in chiaro.

Lo scopo è quello di dire che, c'è un altro modo per andare in radio e godersela davvero ed essere "davvero un telegrafista".

Concludo solo dicendo che, praticata in questo modo, la Radiotelegrafia accresce realmente il proprio bagaglio personale di amicizie, culturale e di conoscenza, inoltre ci sono certi OM che si riuniscono persino in gruppi, nei quali l'allenamento prevede anche lo studio di file audio in CW, con ricette di cucina.

Quindi alla fine della fiera, io non propongo nulla di nuovo o miracoloso, ma solo il percorso solito, ma credo, l'unico per godere davvero della Telegrafia in radio.

Non solo, alla fine del percorso, non vi garantisco che tutti saranno diventati bravi, ma sicuramente un qso di mezz'ora lo potranno reggere e magari col tempo diventeranno anche "dei cuochi" e pure bravi.

73 cordiali.

Sal, IK7UKF

 

PostHeaderIcon Novità da ARI-Lecce

Questo non vuole essere assolutamente un articolo autoreferenziale, ma semplicemente uno spunto per ragionare insieme sulle opportunità che l'informatica ci mette a disposizione e come con semplici applicazioni si possano risolvere problemi diversi. Questi ultimi due anni di pandemia, che per fortuna ci siamo lasciati alle spalle, sono stati deleteri non soltanto per l'economia del nostro Paese, ma anche per la vita associativa: niente contest, DXpedition neanche a parlarne, incontri in Sezione o all'aperto da evitare, a tutto ciò si è aggiunta anche la mancanza di propagazione. Insomma un periodaccio in cui ci si è rifugiati, poveri noi, sui social con le immancabili polemiche quasi sempre scaturite da incomprensioni e da qualche parolina fuori posto.

Nel 2020 noi di ARI Lecce avremmo dovuto rinnovare il Consiglio Direttivo ed il Collegio dei Sindaci,  in un primo momento abbiamo pensato di aspettare per capire come la situazione pandemica si sarebbe evoluta, poi ci siamo rassegnati, le elezioni si sarebbero tenute non appena la situazione ce lo avrebbe consentito. Poi, verso la fine del 2021 durante un'assemblea dei soci, ecco balenare un'idea: perché non utilizzare un sistema di votazioni online certificate?  Tnx al Consigliere Paolo Margheriti IU7IHG.

Ovviamente si è subito aperto un acceso dibattito tra chi era d'accordo e chi no, ma alla fine ha prevalso l'idea di procedere con la scelta delle elezioni online.  A farci propendere per questa scelta è stata la consapevolezza, che in caso di elezioni tradizionali, avremmo sicuramente avuto un numero di votanti molto basso. Inoltre avremmo dovuto fare i conti anche con la mancanza di una sede, grazie all'attuale Amministrazione Comunale di Lecce, che ha pensato "bene" di buttarci in mezzo ad una strada, ma questa è un'altra storia ed una ferita ancora aperta. Una volta ottenuto il via libera da parte dei soci, abbiamo iniziato a fare delle ricerche tra le centinaia di opportunità presenti in rete, non faremo nomi di aziende che propongono tale servizio per ovvi motivi, alla fine però abbiamo optato per un servizio a pagamento, perché ci sono anche quegli gratuiti. In ogni caso per informazioni potrete contattare il nostro Vicepresidente Luigi Liguori IK7YTQ, e-mail Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. .

C'è da dire che la configurazione del sistema non è stata proprio una passeggiata, infatti abbiamo commesso anche qualche piccolo errore, ma alla fine siamo riusciti a raggiungere uno straordinario risultato: su 51 aventi diritto al voto tutti e 51 hanno votato, fatto che in passato non si era mai verificato.

Un ulteriore aspetto positivo di tale sistema è che non possono esserci schede annullate, perché in fase di voto ci si deve limitare a spuntare i nominativi, senza avere la possibilità di scrivere alcunché o di sbagliare nominativo; inoltre la possibilità di brogli elettorali è scongiurata, lo spoglio delle schede viene fatto automaticamente dal sistema che legge i dati dal DB, senza che alcuno di noi possa alterarne in alcun modo il contenuto. Alla fine delle elezioni viene inviata una e-mail con un file Pdf-A con i risultati. Chissà se un giorno, di questa esperienza, non possa farne tesoro anche l'ARI nazionale?

Un altro problema che assilla quasi tutte le Associazioni è la mancanza di fiducia da parte dei soci verso chi amministra, a volte si tratta di stupidi pregiudizi, anche in considerazione delle modeste cifre in ballo, tuttavia anche a questo tipo di problematiche c'è una soluzione informatica.

Diciamo subito che il rimedio c'è e si chiama "Trasparenza". Ragionando su questo tema ad un nostro Consigliere, Pasquale Luceri IZ7QOG, è venuta la straordinaria idea di installare un'applicazione Web, accessibile ai soli soci in regola con la quota annuale, nella quale si possono depositare e rendere immediatamente visibili documenti vari come: delibere, estratti conto bancari, bilanci, fatture, gestione delle attrezzature e pagamenti. Ovviamente le possibilità di questa piattaforma non si fermano a quelle descritte, ma sono innumerevoli e consentono un'amministrazione condivisa tra Consiglio Direttivo, Sindaci e soci tutti, per giunta con un taglio netto dei tempi di risposta.

Anche in questo caso non faremo nomi di produttori per lasciare al vostro arbitrio la scelta del servizio più adatto alle vostre necessità, tuttavia per chi volesse ulteriori informazioni potrà contattare il nostro Consigliere all'indirizzo: Questo indirizzo e-mail è protetto dallo spam bot. Abilita Javascript per vederlo. . A volte il futuro può anche far paura, ma solo i più audaci sapranno dominarlo.

A cura del CD di ARI Lecce

 
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