Auguri. Per favore non sprechiamoli Gabriele Villa, I2VGW
Auguri. Già, auguri. Per chi come me che, per lavoro maneggio, mescolo, e distillo parole e le metto per iscritto, quotidianamente, le difficoltà aumentano, credetemi. Mi spiego meglio: le parole scivolano via e scappano veloci quando si pronunciano e, peggio ancora, quando vengono scritte, verso le destinazioni più improbabili e più impensabili. Spesso arrivano persino al destinatario sbagliato e lanciano messaggi capovolti. Più frequentemente rischiano di venir sprecate, dette e redatte per convenienza, opportunità, retorica. Così, appunto, le difficoltà aumentano, se si fa un minimo di esame di coscienza, come, da qualche tempo, ammetto, io sto facendo per primo. Cominciando a pormi delle domande. Le ho usate, le sto usando in modo appropriato le parole che inanello? Hanno sempre rappresentato e continuano a rappresentare, puntualmente e sinceramente, il mio pensiero o sono state e, talvolta, lo sono ancora, falsate dall’emotività di un determinato momento?
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Considerazioni di fine anno
di Vincenzo Favata, IT9IZY
Un gruppo di giovani che si riunisce per liberare la propria creatività e la propria solidarietà, un edificio abbandonato che torna a nuova vita. E' questa l'anima dell'ARI, una struttura, fino a qualche anno addietro, dilaniata da lotte interne, oggi trasformata in un gruppo coeso e proiettato verso il futuro.
Sono trascorsi alcuni anni da quando, dopo numerose controversie legali, tutte brillantemente affrontate e concluse con la vittoria della nostra Associazione in tutti i gradi di giudizio, l'attuale gruppo dirigente, invariato nei suoi componenti di vertice, ha avuto il privilegio di dirigere la nostra Associazione, senza tentennamenti, verso porti sicuri, consentendo, al contempo, a tutte le componenti associative di manifestare liberamente le esigenze peculiari di ognuna di esse. Ovviamente, le transizioni in avanti sono state realizzate nel pieno rispetto del vigente Statuto e nei limiti consentiti dalla legge e senza opposizioni.
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Quel che ci fa decollare verso nuovi orizzonti di Vincenzo Favata, IT9IZY
Non si ottiene la perfezione, se non si è disposti a sbagliare ed ogni volta rialzarsi e riprovare. Occorre molto carattere per accettare i sacrifici indispensabili per superare le avversità e continuare ad andare avanti senza mollare. Ma tutto questo non è sufficiente, perché poi anche se hai profuso il massimo dell'impegno niente ti garantisce il risultato. Certamente la fatica ed il merito premiano, però è necessario che il gruppo ti sostenga e la fortuna ti assista.
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I radioamatori per i radioamatori Gabriele Villa, I2VGW
Editoriale un po’ sui generis questo del mese di settembre. Perché quando, come ormai sapete, mi imbatto in qualcosa che rappresenta un valore aggiunto, ebbene io cerco, come direttore di questa Rivista, di valorizzarlo. Il titolo già esprime il mio pensiero: la filosofia di comportamento che dovrebbe ispirare e orientare tutti noi che ci adoperiamo per rendere sempre migliore la nostra passione. Ma renderla migliore e alimentarla per chi? Per noi stessi chiusi e rinchiusi fra le mura del nostro shack e del nostro ego. Oppure anche per gli altri? Ebbene il lavoro che, pazientemente, ha messo insieme Giovanni Scavino, IK0WMJ, oltre 70 pagine e planisfero, prefissi e utilities vari per poter navigare con agilità e “professionalità” nell’etere, non è soltanto un esempio “artigianale” di dedizione ma è anche, e soprattutto, il desiderio consapevole di poter fare qualcosa anche per gli altri. Certo magari sperando pure di portare a casa almeno le spese di confezionamento di questo lavoro. Ma le ore, le giornate, suppongo anche le notti trascorse da Giovanni a mettere insieme sigla su sigla, coordinate su coordinate, numeri su numeri, non hanno prezzo. Perché tutto ciò significa fare, da radioamatori qualcosa per altri radioamatori. Avere una marcia in più. Quella marcia che consente il sorpasso di chi si trastulla nella banalità ordinaria di chi, attenzione non solo e non tanto nel radiantismo, si trastulla soddisfatto e felice della routine. Di chi preferisce stare in disparte, sicuro. Nel proprio bozzolo. Per non rischiare mai critiche né giudizi. Per non mettersi mai in gioco. Senza sapere quanto sia bello acciuffare anche un piccolo grande traguardo. E ora passo la parola a Giovanni riportandovi la sua lettera.
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