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L'Editoriale di Novembre 2018
Quei puntini che conducono al Meglio
Gabriele Villa, I2VGW
Avete presente quel gioco, quello in cui dovete unire i puntini per far saltar fuori, alla fine, una figura o un disegno? Già, proprio quello, forse uno dei più antichi e semplici giochi proposti dalla Settimana Enigmistica, il settimanale che si vanta, giustamente, di avere il maggior numero di imitazioni ma che, nel tempo, ha saputo mantenersi straordinariamente uguale e inimitabile. Ma non voglio parlarvi della Settimana Enigmistica in questo mio editoriale, ancorché, nel mio piccolo, possa vantare anch’io, negli anni (e ancor oggi) di aver avuto e di avere qualche tentativo di imitazione.
No,voglio parlarvi di quel gioco, quello di unire i puntini, che mi è sempre piaciuto fare, nei miei anni di radioamatore e di radiantismo, ancor prima di aver avuto cariche e incarichi, ancor più di esser divenuto un discreto DXer e un altrettanto discreto spedizioniere, o meglio avventuriero dell’etere. Quei puntini sono le Sezioni dell’ARI. E’ una mia fissa, quella delle Sezioni, e non mi stancherò mai di scriverlo e di parlarne.
Perché è lì, nelle Sezioni, che si ritrova la nostra storia,si fonda il nostro presente e prende forma e sostanza il nostro futuro. Il futuro di questa nostra Associazione che ha girato la boa dei suoi primi 90 anni.
Una volta, lo ricorderanno come me molti OM, c’erano le conversazioni tecnico-teoriche che noi SWL ascoltavamo con piacere e ammirazione in 40 metri, a completare la formazione che ci accompagnava sulla strada della tanto sospirata licenza. Ma era dalle Sezioni e nelle Sezioni che si cominciava a stare zitti per imparare o a far domande per far brillare i filamenti della nostra curiosità. E nelle Sezioni c’era sempre qualcuno che aveva voglia di spiegare, di farti capire, di prenderti per mano per farti crescere e diventare un Radioamatore con la r maiuscola, preparato e rispettoso delle regole.
Le frequentavo, eccome, le Sezioni! E mi piaceva andare a trovare gli amici iscritti ad altre Sezioni per cogliere e raccogliere sensazioni e umori differenti. E per imparare sempre qualcosa di nuovo, qualcosa di più. E oggi? Oggi che cariche e incarichi mi hanno un po’ ristretto i tempi, mentre io li vorrei allargare? Oggi la penso ancora e sempre più così.
Per questo motivo questi blitz mi piace ancora farli. L’ho fatto, fin dall’inizio del mio primo mandato arrampicandomi ai confini della Patria e andando nella piccola Sezione di Domodossola che inaugurava la sua nuova sede, e ho cercato di farlo ogni volta che ho potuto, magari cogliendo al volo anche le opportunità che la destinazione del mio lavoro in quel momento mi offriva.
Nei mesi passati ho unito i famosi puntini del disegno partendo ovviamente da ARI-Milano, la mia Sezione, e passando poi per le nostre sedi di Busto Arsizio, Como, Cernusco, Fidenza, Cinisello Balsamo, Lodi, Varese, Sanremo, Mondovì (dove nella tre giorni dell’ormai popolarissimo Meeting DCI, e non solo DCI, ho incontrato e rincontrato tanti amici di vecchia data e anche tanti volti nuovi di decine di altre Sezioni) e, Ravenna (dove, in occasione del Convegno Romagna, ho finalmente avuti incontri ravvicinati e di grande spessore con quel mondo sotto i 30 MHz che poco, ammetto, ho frequentato nella mia carriera radiantistica). Occasioni differenti, incontri sempre e comunque proficui per capire i piccoli e i grandi problemi di ciascuno ma, soprattutto, per cogliere la voglia di fare, lo spirito, che potremmo definire di servizio, di ciascuno dei nostri Soci che, senza tanto clamore, lavora per difendere la nostra Storia e le nostre tradizioni e per cercare, con le proprie conoscenze, di far scattare, nelle generazioni più giovani o in chi, anche in età matura, si avvicina al radiantismo, il fascino irresistibile di questa nostra passione.
Ho ritrovato tutte queste sensazioni e ho fatto scorta di rinnovato entusiasmo alla Fiera Millenaria di Gonzaga (ricordate quando i radioamatori avevano solo e soltanto Mantova come punto di aggregazione di scambio e di acquisto?), dove non avevo programmato di andare.
Diciamo che ho sentito il richiamo della nostalgia, prim’ancora di quello della stagione delle zucche. Sapete che cosa ho trovato in quella Fiera, tra scope rotanti e pistole ad aria compressa? La voglia di resistere, di esserci e, soprattutto, di riaffermare l’identità e i valori del Radiantismo e dell’ARI. Una voglia tradotta in stand e presenze dalle Sezioni di Mantova, di Carpi, di Reggio Emilia, di Parma, di Vignola e di Verona tutte con i loro soci e volontari non solo a far da baluardo e da presidio, sacrificando tempo agli impegni personali e agli affetti familiari, ma anche pronti a spiegare che cosa significa oggi fare radio ed esser appassionati di radio. Nessuno sapeva del mio arrivo, autenticamente improvvisato. Gran parte di loro non mi conosceva. Ma non c’è stato uno che uno che non mi abbia accolto amichevolmente e semplicemente come un collega che condivide la stessa passione.
Così, solo prima del congedo, a qualcuno è venuta voglia di saperne di più su di me e allora sono scattate alcune fotografie-ricordo (che voglio regalare loro in altra parte di questa stessa RadioRivista), e discorsi ancor più approfonditi sulla nostra Associazione e sul suo futuro. Nuovi amici. Con un amico in più ritrovato, a cui ho avuto l’onore di stringere la mano: quel maestro di teoria e pratica che è I4VIL, Carlo Vignali, autorevole firma di RadioRivista, infaticabile Presidente di ARI-Parma e illuminante esempio di come le Sezioni dovrebbero vivere e far vivere il Radiantismo oggi.
Grazie Carlo, perché unendo quei famosi puntini del gioco, è uscito il tuo ritratto.