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L'editoriale di Ottobre 2017
Lo sharing: bello, ma così impossibile?
Gabriele Villa, I2VGW
E il grande momento dello sharing. Car-sharing, bike sharing, home-sharing. In buona sostanza, il trend della modernità ci impone di dividere, anzi, di condividere con altre persone quasi tutti i beni che hanno un plus valore di fruibilità e di comodità. Tutto, o quasi. Perché se è bello, o può essere bello, per comodità e per praticità ancorché per risparmio di energie e di denaro e di fatiche, condividere, è anche vero che ho l'impressione (potrebbe essere soltanto una mia impressione, ma ne dubito) che la famiglia, la grande famiglia dei radioamatori, sotto qualsiasi bandiera o drappo abbia deciso di sfilare e di riconoscersi, sia, per una volta, in contro-tendenza. E, in questo caso, una contro-tendenza che allontana, e di molto, la famiglia radioamatoriale dallo sharing, e quindi dal mettere in comune e dal condividere. In buona sostanza eccomi ed eccoci, sic stantibus rebus, a rimpiangere quei tempi in cui essere radioamatore e sentirsi radioamatore significava dividere e condividere con altri la propria esperienza, le proprie invenzioni, i propri progetti, le proprie realizzazioni e persino le proprie, azzardate fantasie di sperimentatori.
La prova di quanto sostengo? Nelle nostre Sezioni che, non smetterò mai di affermarlo e di ribadirlo, sono la linfa vitale del Radiantismo Futuro, sono davvero in pochi (sono più numerose le specie protette, perché in via di estinzione, di Panda etc) coloro i quali vogliono mettersi in discussione, e mettere in discussione i loro progetti e le loro auto-costruzioni. E pochi, sempre troppo pochi, rispetto alle mie attese di direttore, i radioamatori che decidono coraggiosamente e sottolineo, non a caso, coraggiosamente di inviare i propri articoli di auto-costruzione alla redazione del nostro magazine proprio perché queste loro idee, queste loro realizzazioni vengano condivise con altri e vengano messe a disposizione della pubblica conoscenza.
Eppure, d'intesa con il CDN è stato deciso di invogliare con tutti i mezzi a nostra disposizione, piccoli o grandi che siano, questo genere di interventi tecnici. Non è e non sarebbe sharing e co-sharing anche questo? Non sarebbe magnificamente moderno portare a conoscenza, per l'arricchimento culturale di tutta la comunità radiantistica i risultati ottenuti grazie ad una determinata intuizione?
Se Joe Taylor premio Nobel per la Fisica e vulcanico inventore di modi digitali all'avanguardia, come il più recente FT8, avesse seguito questo codice comportamentale e si fosse tenuto tutto per sé senza darlo in regalo a noi tutti senza pretendere compenso alcuno, pensate a quante potenzialità e quante opportunità in meno avremmo oggi di divertirci nel nostro shack. Tornando all'avverbio coraggiosamente che ho usato prima, mi spiego subito. Ho voluto usarlo perché ci vuole coraggio a condividere diagrammi, schemi, foto di esterni e interni, formule matematiche, assemblando un articolo tecnico destinato alla pubblicazione. Coraggio perché il primo "professorino" che sta sempre in agguato e che colpisce, non scrivendo al diretto interessato, ma al forum che lo rende bello e famoso, è pronto a impallinare l'autore dell'articolo e dell'auto-costruzione o di quel progetto, con qualche, ovviamente "professorale" precisazione, correzione che esponga al pubblico ludibrio chi coraggiosamente ha voluto intraprendere appunto la strada dello sharing, del condividere. Naturalmente il "professorino" di turno che sta in agguato, poi, talvolta, si riserva il diritto anche di criticare lo spessore tecnico della rivista che ha per le mani e che si permette di ospitare simili articoli. Anche questa non è una novità tanto che, per puro divertimento, mi sono preso lo sfizio di andare indietro, parecchio indietro negli anni e di rileggermi certi numeri di RadioRivista in cui il lettore di turno (allora non era così facile insultare, criticare e bacchettare perché almeno si doveva prendere carta e penna e scrivere in redazione) sfoggiava la sua dotta disquisizione bacchettando autori ed editori di presunte (a parer suo) scempiaggini scientifiche.
C'è un piccolo particolare. Che allora come oggi (e considerate che RadioRivista nel 2018 compirà i suoi primi 70 anni) il "professorino" di turno si faceva bello, ma non scriveva una riga che una sola riga di suo pugno per presentare in Sezione o sulla nostra RadioRivista, un suo progetto, una sua idea una sua realizzazione.
Ma al contrario preferiva, allora come oggi mettere alla berlina l'autore dell'articolo tecnico. D'altra parte, come scriveva Manzoni descrivendo la piccola, modestissima figura di don Abbondio: "il coraggio non può darselo, chi non ce l'ha".