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PostHeaderIcon L'Editoriale di luglio/agosto 2020

Le Associazioni Radioamatoriali,
l'Unione Internazionale dei Radioamatori (IARU),
il servizio QSL e le prospettive future
di Vincenzo Favata, IT9IZY


Lo scambio di cartoline (QSL) che confermano l'avvenuto collegamento è una pratica che ha origine dagli albori della radio; è iniziata quando i contatti su distanze significative erano relativamente rari e i rapporti di reciproco ascolto erano valutati come la " prova" di quanto avvenuto. In un momento successivo, quando i QSO fra gli emisferi sono diventati numerosi, le stanze di raccolta per le cartoline QSL, inviate in blocco da un Paese ad un altro, si sono rese necessarie anche perché gli indirizzi delle singole stazioni non erano facilmente disponibili e le spese postali intercontinentali erano notevoli, anche in considerazione dei numeri sempre crescenti delle spedizioni.

La QSL "via Bureau" era come lo è oggi - nonostante le nuove tecnologie - l'opzione  "classica" disponibile a costi ragionevoli per tutti i radioamatori che si occupano di collegamenti a grande distanza (DX) e che desiderano ricevere la conferma cartacea del collegamento effettuato.

Pur rivolgendosi ad una platea di lettori esperti, occorre prendere le mosse dal funzionamento della IARU al fine di avere una visione complessiva del traffico mondiale delle QSL e meglio comprendere l'evoluzione delle esigenze dei radioamatori e dell'ARI, unica associazione italiana facente parte della IARU (la cui organizzazione mondiale è suddivisa in tre grandi macroregioni).

Il Consiglio di Amministrazione IARU coordina la rappresentanza e gli interessi dei radioamatori alle conferenze internazionali sulle telecomunicazioni, sotto la direzione del suo  Presidente; pianifica, in  buona sostanza, gli scopi di base dell'attività radioamatoriale; funge da coordinatore tra le organizzazioni regionali su tutte le questioni di reciproco interesse ed, a tal fine, formula le proposte da prendere in considerazione per promuovere gli obiettivi comuni, adotta risoluzioni e raccomandazioni.



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PostHeaderIcon L'Editoriale di giugno 2020

L'ARI in ripresa
di Vincenzo Favata, IT9IZY


La nostra Associazione, forte di una ritrovata unità interna e dell'invariata consistenza sociale che la colloca al vertice delle associazioni radioamatoriali, ha affrontato l'attuale crisi sociale provocata dal Coronavirus con tempismo e senza tentennamenti, così come unanimemente riconosciuto.

In questa Fase successiva alla prima, una ripresa delle attività che sia intelligente, deve tener presente i numerosi fattori di rischio e scenari che sono in progress e che guardano con attenzione al prossimo futuro ed a tutto il periodo che verrà, quantomeno sino al 31 dicembre 2020.

La Fase 2 dovrà essere calibrata, al netto di qualunque previsione normativa, rispetto a Fasi di ripresa ulteriori che dovranno essere concepite secondo modulazioni diverse ed a gradi (non disciplinate in atto), ma che non possono ragionevolmente non prevedersi.

Peraltro, la programmazione intelligente della seconda fase, per essere seria e realistica, deve anche valutare il rischio del possibile contagio di ritorno, la necessità della politica del distanziamento sociale e l'insistenza del divieto degli assembramenti, e che un'apertura smodata e totale di tutte le attività ha come ipotesi sul campo, la possibilità di nuove infezioni, che potrebbero verificarsi dopo circa 14 giorni senza soluzione di continuità.


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#SiamorimastiacasaconlaRadio
Gabriele Villa, I2VGW


Scrivo queste righe mentre sono ancora sigillato in casa, come gran parte di tutti noi, dal lockdown impostoci per la pandemia. Non ho idea se, quando leggerete questo editoriale, saremo tutti o quasi, finalmente, anche se moderatamente liberi. Certo, non ci vuole la sfera di cristallo, per immaginare che sarà una libertà molto condizionata. Nei movimenti, nelle manifestazioni di giubilo e di entusiasmo, nello sport, nelle attività ludiche, nella vita sociale e sentimentale.

Nulla, purtroppo, questa è la mia convinzione, sarà più come prima. Non so francamente se bello o magari persino brutto come prima ma, sicuramente, non più come prima. Ne siamo tutti consapevoli.

Facevo e ho fatto più volte queste riflessioni nella stanza del mio shack mentre, di sera, di notte, volutamente immerso nel buio, guardavo le lucette accese dei miei tanti apparati, lasciando il volume al minimo, su frequenze differenti per tentare di creare una sorta di città della fantasia, brulicante di voci. Di vita. Una bellissima illusione della quale mi sono nutrito costantemente per non finire nel precipizio della noia, dello sconforto. Le radio mi hanno aiutato, dunque.

Come sono convinto che abbiano aiutato tutto il nostro scombiccherato popolo che ha fatto di antenne, valvole, e naturalmente di resistenze (mai come in questo caso nomen omen), la propria passione.

E se è vero che ho indugiato in qualche QSO, è anche vero che, per evitare di prendere, con il mio corrispondente, la deriva dei soliti drammatici e tristanzuoli discorsi di rigorosa attualità, ho preferito ascoltare. Ascoltare e ascoltare ancora.


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PostHeaderIcon L'Editoriale di maggio 2020

Anche in tempi d'emergenza, l'ARI c'è
di Vincenzo Favata, IT9IZY


Questo editoriale arriverà ai lettori - se teniamo conto delle previsioni meno allarmistiche degli esperti - quando saremo tutti a conoscenza delle decisioni definitive del Governo, circa le limitazioni alle libertà individuali, adottate per combattere la pandemia, nel frattempo, però, nell’ambito associativo sono state scelte, celermente, soluzioni chiare per evitare i prevedibili disagi provocati dalla delicata situazione sanitaria in atto.

La nostra Associazione ha tempestivamente - così come è stato positivamente rilevato anche dalle nostre consorelle estere e pubblicato ufficialmente - fatto fronte all’emergenza coronavirus con la chiusura degli uffici milanesi (ARI ed Ediradio); scelta obbligata ed immediatamente adottata per la miglior tutela della salute dei dipendenti e dei soci che frequentano la sede di Via Scarlatti.

Ovviamente è importante precisare che, in caso di pericolo per la salute, come quello che incombe sulla Regione Lombardia, la limitazione dei diritti dei cittadini e dei soci non è arbitraria e nasce dall’esigenza superiore di salvaguardare il bene della salute individuale e deve essere intesa come necessaria ed ineludibile.



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PostHeaderIcon L'Editoriale di marzo 2020

Tanto è stato fatto, molto è da fare
di Vincenzo Favata, IT9IZY

Vincenzo Favata, Presidente ARI

Mi accingo a scrivere questo editoriale consapevole che in prossimità dell’assemblea ordinaria, indetta annualmente per l’approvazione dei bilanci consuntivo e preventivo, appare utile fornire ai lettori informazioni aggiornate in ordine alle attività associative, con particolare riferimento a quelle che hanno comportato una spesa significativa, così come riportata sui bilanci.

Iniziamo dalla disamina, per sommi capi, delle voci di spesa più onerose per l’Associazione: il personale, il funzionamento degli uffici, il servizio qsl, RadioRivista e gli altri servizi forniti ai soci. Per il personale, di concerto con il Segretario Generale, sono state operate opportune riduzioni delle ore lavorative che non hanno intaccato l’efficienza delle prestazioni rese; anche per il Bureau è stata posta in essere un'attenta valutazione delle spese postali con le opportune possibili riduzioni; per RadioRivista sono state, grazie alla sagacia del Direttore, operate opportune riduzioni delle spese che hanno comportato il mantenimento dello standard qualitativo ed un buon risparmio, ulteriori tagli specifici sono stati effettuati senza nocumento per l’Associazione. Peraltro, nell’ottica del miglior andamento associativo e del contenimento dei costi, le riunioni del CDN in sede sono state notevolmente ridotte ed è stata utilizzata la videoconferenza Skype con più frequenza rispetto al passato; ciò ha consentito l’eliminazione delle trasferte e l’utilizzo delle ore serali, che hanno reso possibili riunioni più frequenti e non collegate al disimpegno delle attività lavorative personali di ognuno dei Consiglieri.



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