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PostHeaderIcon L'Editoriale di ottobre 2022

Associazione [as-so-cia-zió-ne]
Unione di due o più persone per un fine comune
di Alessio Sacchi, IZ4EFN

Carissimi Soci, è con grande stima e profondo senso di responsabilità che vi raggiungo tramite questo primo periodico momento di incontro tra chi ha preso l’impegno di guidare la nostra Associazione e noi tutti appassionati Radioamatori più o meno giovani di età, più o meno esperti, più o meno anziani di nominativo o di sodalizio.

Questo sarà forse uno dei pochi scritti a singola mano, perché credo fortemente che il Consiglio Direttivo Nazionale tutto debba utilizzare questo strumento per accorciare quella distanza che spesso separa chi guida un’organizzazione da tutti coloro che vi aderiscono e contribuiscono. Distanza che io stesso ho percepito in molte occasioni da quando, molti anni fa, mi avvicinai all’Associazione per la prima volta, fresco di licenza. Credo infatti che quando si parli della nostra più grande passione, questa comunicazione debba essere sempre facile e capace di condividere con tutti quale sia l’obiettivo, l’eccellenza che vogliamo raggiungere, la problematica da affrontare.



Quando, circa un anno fa, era imminente la scadenza per la candidatura ai vertici della nostra Associazione, mi trovavo in grande fretta tra un viaggio di lavoro all’estero e il successivo. Sarei ripartito a breve, e non avendo ricevuto notizia di altre candidature tramite il Comitato Regionale che a quel tempo presiedevo, inoltrai la mia candidatura per vero senso di rappresentanza per il lavoro fatto assieme a numerosi soci per rappresentare l’ARI sul territorio dell’Emilia-Romagna e per i risultati collettivamente raggiunti.


Non ho nascosto a chiunque si sia avvicinato da molte zone d’Italia per conoscere più a fondo le mie intenzioni elettorali, se così possiamo chiamarle, di essere di estrazione più scientifica che classica, più manageriale che filosofica. A nessuno ho mai nascosto la mia idea di associazione, dove il fine comune di cui parla il vocabolario deve essere chiaro a tutti e condiviso, dove si lavora in giusta misura ma sempre, dove il dialogo e l’ascolto sono essenziali per capire le esigenze e il teatro in cui operiamo. E allo stesso tempo come occorra prendere ferme e tempestive decisioni, per una progressione dei lavori che porti al raggiungimento di quel fine comune, soprattutto immaginando e disegnando l’Associazione che vogliamo tra 5, 10 o più anni.

Su questo aspetto - che gli anglosassoni chiamerebbero vision - credo che la nostra Associazione abbia appena compiuto un passo importante e innovativo. La proposta del Consigliere anziano I1JQJ e di tutti i Consiglieri eletti di affidarmi la Presidenza pro-tempore è un chiaro segnale per la nostra Associazione di voler attuare un ricambio generazionale, ossia di voler iniziare un percorso di rinnovamento e di progettazione con visione, dialettica e metodologie orientate all’associazione che verrà e a coloro che la dovranno gestire, anche e soprattutto per salvaguardare e dare continuità a tutto ciò che è stata.

Tutto questo è tutt’altro che scontato. Un amico sociologo di lunga esperienza mi ha recentemente illustrato i risultati di un suo studio di prossima pubblicazione in merito alla crescente difficoltà per la società italiana di attuare questo ricambio. Il suo studio ha evidenziato un forte innalzamento dell’età media delle persone ai vertici delle organizzazioni, con giovani incapaci di arrivare a guidare l’evoluzione della società, con il concreto rischio di forte disinteresse tra gli stessi e con un notevole impatto sulla capacità delle organizzazioni e quindi della società tutta di innovarsi e dare un seguito efficace al passato.

Come sapete, sono (ormai non più di tanto) anagraficamente giovane, sicuramente più giovane dell’età media che siamo appunto abituati a vedere nel tipico tavolo decisionale all’italiana. Sono però un appassionato Radioamatore fin da bambino, tanto da scegliere (diversi anni più tardi) il ramo di ingegneria delle telecomunicazioni senza esitazione, e sono cresciuto all’ombra di molti OM pilastro della nostra Associazione in un territorio dalla forte appartenenza all’ARI. Ho donato molto tempo all’Associazione, facendomi coinvolgere a vari livelli nel suo sviluppo e cercando sempre di capire il perché delle cose prima di contribuire alla loro evoluzione, spesso mescolando esperienza fatta in campo lavorativo con quella acquisita in Associazione e - soprattutto - viceversa.

È proprio ringraziando chi ha contribuito a tutti i livelli a portare la nostra associazione fino a qui, mettendo a disposizione tempo e competenze, che raccolgo la proposta di rappresentare la nostra quasi centenaria Associazione, assieme ad un CDN dalla forte estrazione gestionale che ho già piacevolmente trovato in sintonia ed orientato al misurare le iniziative e le decisioni oltre alla semplice operatività.

Tuttavia, la nostra ARI ha bisogno di cure, per far fronte a provvedimenti procrastinati anche di anni e all’evoluzione del contesto legislativo attorno a noi. Per molti aspetti siamo già in ritardo ai blocchi di partenza, e il percorso sarà indubbiamente lungo e tortuoso. Abbiamo però un grande vantaggio: le innumerevoli eccellenze silenti nella nostra Associazione a tutti i livelli che a volte e con difficoltà sono piacevolmente emerse. La formula per il successo può essere una sola: creare l’ambiente per lavorare in sinergia, delegando e favorendo la progettualità distribuita in gruppi di lavoro, ripristinando anche quel confronto costruttivo e collaborativo che si allontana dalle sterili discussioni da social network e si inquadra invece nella splendida struttura organizzativa che il nostro Statuto ci consegna: parlo delle Sezioni, dei Comitati Regionali, anche al di fuori dei noiosi ma importanti momenti formali a cui siamo abituati, favorendo un dialogo continuo dove la tecnologia può avvicinarci applicando metodi di lavoro costruttivi e finalizzati ad obiettivi concreti.

Tutto questo è ricambio, e onestamente non credo esistano altre realtà in grado di realizzarlo: operiamo in un contesto in cui la normativa associativa è fortemente mutata, dove la differenza tra associazione e azienda è molto sottile qualora si vogliano fare cose di qualità e nel rispetto delle leggi, dove dobbiamo attenderci un fisiologico calo delle diverse realtà associative stesse ed essere pronti a rafforzare la nostra voce e rappresentanza anche in virtù di quell’apparato centrale e periferico unico in Italia che in tanti anni abbiamo costruito.

È per questo che vi chiedo fin da ora la giusta pazienza nel lasciare al CDN il tempo e il modo di attuare una serie di cambiamenti e ottimizzazioni da tempo attesi, per poterli fare bene oltre che presto. Un esempio per tutti, l’indicazione che la consultazione referendaria ha fornito in merito al passaggio in digitale di RadioRivista: non sarà quasi certamente possibile passare a RadioRivista telematica in poche settimane e non vorrei che alcuni di noi già immaginassero una immediata e consistente riduzione della quota sociale. Pur costituendo una forte priorità, occorre analizzare i contratti in essere, le loro scadenze, le conseguenze sul nostro apparato organizzativo, gli impatti sui bilanci, e predisporre questo cambiamento affinché sia sostenibile e porti benefici sul lungo termine. In questo modo sarà presto analizzato questo importante tema e molti altri: in maniera analitica per una nuova direzione dettata dai fatti e dai numeri.

È il momento per contribuire a questo cambiamento, rimanendo sintonizzati sull’obiettivo: quello di essere davvero la più grande, completa, unita e rappresentativa Associazione dei Radioamatori Italiani, disegnando oggi come semplificare il domani, conformandoci alle modalità in cui lo Stato opera da oggi in poi, formando le nuove generazioni di radioamatori e dando vero seguito alla nostra tradizione più pura.

Noi siamo già al lavoro, una priorità alla volta.

Buon lavoro a tutti de IZ4EFN

* Presidente dell'ARI