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Tu vuò fà l’americano… La patente e la licenza USA
In questo numero IZ2FME (che come saprete, è anche un VE dell’ARRL nel team di Vinicio, IK2CIO) si occupa del tema “il nominativo americano: a cosa serve?” Seguiamolo con attenzione, perché, a prescindere dall’essere o meno interessati a sostenere l’esame, Michele affronta una serie di temi giuridici di grande interesse – per esempio, quello a proposito della “utilizzabilità” (o meno) in Italia del callsign della FCC. Buona lettura allora, e a presto sulle bande, dalla vostra Redazione.
DOMANDA: Ciao Michele e congratulazioni per la tua rubrica mensile Dalla parte della Legge, che leggo tutti i mesi con estremo interesse; riesci ad esporre argomenti anche non facilissimi con leggerezza e ironia, bravo! Ti ho visto alla fiera di Montichiari con Vinicio, IK2CIO e Mauro, I1JQJ, mentre stavate presiedendo la commissione ARRL per il conseguimento della patente americana e ti devo confessare che stavo quasi quasi per iscrivermi (la prossima volta però ci provo!). Ti sarei grato se, a beneficio mio e degli altri OM, potessi scrivere su RR un breve articolo illustrativo in merito, anche per capire – più banalmente – a che serve entrare in possesso di un callsign statunitense (al netto della soddisfazione personale) e se questo nominativo sia valido negli USA e in altri Paesi (e in Italia?). Grazie Michele per l’impegno tuo e di tutto il CD, e per gli ottimi contenuti che troviamo, ormai da più di un anno, su RadioRivista. (Lettera firmata).
RISPOSTA: Caro amico, ti ringrazio per tutti questi complimenti (però anche io ho qualche difetto, hi): che posso dirti? Mi impegno, cercando di scrivere “cose utili” a tutti i radioamatori, poi non tutte le ciambelle escono sempre col buco, come si usa dire.
Cerco di rispondere subito alla tua domanda. Oramai da molti anni il team di VE (Volunteer Examiners, cioè esaminatori volontari) capeggiato dall’inossidabile IK2CIO (VE dal 2004, con al suo attivo una novantina di sessioni d’esame amministrate e qualificato come stocked, nel senso che l’ARRL l’ha autorizzato a organizzare esami in piena autonomia, munendolo di tutto il materiale necessario in anticipo), coadiuvato da I1JQJ, IK2CNF, IZ1MGH, IZ8DVD, EA5GX e dal sottoscritto, organizza in Italia e in Europa, per conto della ARRL, delle sessioni d’esame per il conseguimento della “licenza americana”, valida ufficialmente negli Stati Uniti d’America e nei Paesi con i quali gli USA intrattengono specifiche convenzioni (vedi il mio articolo pubblicato su RR 6/2023, a proposito delle raccomandazioni CEPT T/R 61-01 e 61-02).
La tua mail mi dà il la per rispondere ai molti soci ARI (e non solo) i quali, giustamente, ci domandano, come hai fatto tu: ma… a cosa serve? Per poter rispondere a questo interrogativo, dobbiamo prima di tutto fare un inciso. Negli Stati Uniti, la “licenza per radioamatori” è regolamentata dalla Federal Communications Commission (https://www.fcc.gov/wireless/bureau-divisions/mobility-division/amateur-radio-service), un’agenzia governativa indipendente vigilata dal Congresso, regolata dal Federal Advisory Committee Act del 1972; i cinque Commissari della FCC vengono designati direttamente dal Presidente degli Stati Uniti e confermati dal Senato (attualmente la Presidente è la dott. Jessica Rosenworcel).
Le licenze per operare stazioni radioamatoriali vengono rilasciate a persone di qualsiasi età (sottolineo: qualsiasi età, e dunque anche a minorenni), una volta che abbiano dimostrato sia di conoscere le normative pertinenti, sia di possedere conoscenze relative al funzionamento delle stazioni radio e soprattutto le norme e le procedure di sicurezza (https://www.arrl.org/getting-licensed).
Le licenze sono suddivise in tre diverse classi, ognuna delle quali corrisponde a un livello crescente di conoscenza e consente di beneficiare dei relativi privilegi; per esempio, chi è in possesso della licenza di classe più alta, la cosiddetta Amateur Extra Class, può trasmettere su tutte le bande con la massima potenza, naturalmente sempre nel rispetto del band plan USA (https://www.ntia.gov/files/ntia/publications/2003-allochrt.pdf), che non è perfettamente coincidente con il nostro Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze. Nel corso degli anni, il legislatore USA ha introdotto significative modifiche rispetto alla individuazione delle varie tipologie di licenze, giungendo al sistema attualmente in vigore che prevede appunto tre distinte classi “aperte” (Technician, General ed Extra Class) e tre classi concesse in passato, ma precluse ai nuovi richiedenti (Novice, Technician Plus e Advanced). Purtroppo (lo scrivo da telegrafista) nel 2006 anche gli USA hanno abolito la prova di ricetrasmissione in Morse…
Nel 2022, la FCC ha iniziato a richiedere il versamento di una tariffa amministrativa di 35 dollari, come stabilito dal Congresso, quale imposta per poter richiedere il callsign, una volta che si sia superato l’esame e che si è dunque conseguita la patente (il costo per sostenere l’esame è invece di soli 15 dollari). Ci si può presentare a una sessione d’esami iscrivendosi al momento, senza particolari formalità, se non quella di procurarsi anticipatamente l’FCC Registration Number (FRN): il team di IK2CIO è comunque attrezzato per aiutare i candidati a procurarselo prima di ogni sessione d’esame; se poi non supererete la prova, manterrete comunque a vita l’FRN, che potrà esservi utile anche per mille altre cose se vi recherete negli Stati Uniti (https://www.fcc.gov/wireless/support/knowledge-base/universal-licensing-system-uls-resources/getting-fcc-registration).
Se si è ben preparati, è possibile superare tutte e tre le prove una dopo l’altra (in tal caso spendendo solo 15 dollari una tantum): esistono in commercio dei manuali per la teoria (per esempio sul sito dell’ARRL: https://home.arrl.org/action/Shop/Store), ma il nostro consiglio, in special modo per superare il primo step e ottenere la Technician Class, è di fare molti esercizi. Le prove d’esame consistono infatti in semplici quiz a risposta multipla (tre risposte sbagliate e una corretta), le cui domande sono raggruppate nei cosiddetti question pools, che vengono regolarmente aggiornati, a rotazione, ognuno con validità di quattro anni (https://www.arrl.org/question-pools).
In preparazione all’esame (che per ora il team di IK2CIO organizza solo in presenza, mentre negli USA esiste anche la possibilità di sessioni online e da remoto), si possono sostenere a casa propria quiz “simulati”, per esempio accedendo all’apposita sezione su QRZ.com (https://www.qrz.com/hamtest/), ma vedi anche Ham Test Online (https://www.hamradiolicenseexam.com/). Badate bene che le domande che trovate sui siti sono sempre aggiornate ed esattamente le stesse che poi ritroverete all’esame, e quindi fare tanto esercizio preparatorio è certamente una buona palestra e un utilissimo allenamento se si vuole poi avere successo nella prova d’esame ufficiale.
Le persone autorizzate attraverso il cosiddetto Volunteer Examiner Coordinator (VEC), organizzano, amministrano e hanno la responsabilità degli esami. La FCC ha delegato una serie di istituzioni americane per queste attività, una delle quali è l’ARRL. Gli esaminatori volontari sono radioamatori (non necessariamente cittadini statunitensi), responsabili del corretto svolgimento e della necessaria supervisione degli esami. I VE sono generalmente Extra Class, cosicché possono amministrare e correggere gli esami anche per il conseguimento della licenza di classe superiore. Offrono volontariamente il loro tempo nel più autentico ham spirit, devono avere almeno 18 anni e naturalmente la loro licenza non deve essere mai stata revocata o sospesa, per nessun motivo. La correzione dei quiz avviene seduta stante, subito dopo la consegna del modulo compilato; nel caso di superamento della prova, i VE rilasciano immediatamente il Certificate of Successful Completion of Examination (CSCE, Certificato di superamento dell’esame).
Attualmente le licenze rimangono valide per dieci anni dalla data di emissione o rinnovo. La licenza di livello iniziale (Technician Class) viene concessa dopo che il candidato ha superato con successo un esame scritto a risposta multipla di 35 domande (per essere promossi è sufficiente rispondere correttamente ad almeno 26 domande). Questa licenza garantisce pieni privilegi operativi su tutte le bande amatoriali al di sopra dei 30 MHz, e privilegi limitati in alcune porzioni delle bande HF.
Il livello intermedio (General Class) richiede invece il superamento dell’esame per Technician, più un ulteriore esame di altre 35 domande (sempre a risposta multipla, anche in questo caso il minimo è 26 risposte esatte). I titolari di licenza General godono di privilegi su porzioni di tutte le bande amatoriali e hanno accesso a oltre l’83% della larghezza di banda HF per radioamatori (come normata negli USA, naturalmente).
La classe di licenza più elevata è, come abbiamo già scritto, la Amateur Extra Class: questa licenza richiede il previo conseguimento della Technician e della General Class, oltre al superamento di un esame a risposta multipla, per superare il quale è necessario rispondere correttamente ad almeno 37 domande su 50. I titolari di licenza Amateur Extra godono dei privilegi su tutte le bande amatoriali statunitensi (solo i titolari delle licenze General ed Extra, ad esempio, possono operare in 160 metri, da 1800 kHz a 2000 kHz). Inoltre, per poter operare stazioni remote attive nei territori degli Stati Uniti è richiesta (quasi) sempre la licenza Extra Class, sia che si utilizzino i sempre più frequenti sistemi online a pagamento, sia che qualcuno vi inviti a operare una DXpedition da remoto, appunto, come è stato per N5J da Jarvis Island.
Dal 17 febbraio 2015, la FCC ha cessato d’inviare ai titolari le copie cartacee delle licenze, essendo valido come licenza “ufficiale” il relativo record elettronico. Dal mese di dicembre 2020, la regola della licenza “telematica” è diventata di generale applicazione, ma per chi ama appendere alla parete del suo shack il sudato “pezzo di carta”, è ancora possibile stampare in cartaceo la propria autorizzazione, accedendo al sito https://wireless2.fcc.gov/UlsApp/UlsSearch/searchAmateur.jsp.
Ma non abbiamo ancora risposto alla tua domanda: a cosa serve tutto questo? Beh, ci sono molte buone ragioni per conseguire la patente di radioamatori USA. Prima di tutto, l’attività di preparazione e di studio è un’ottima occasione per fare un bel ripasso delle nozioni di elettronica ed elettrotecnica di base (e non solo, se si pensa alle materie d’esame per la Extra Class). C’è poi la componente “soddisfazione personale”, per essere riusciti ad affrontare un esame in lingua inglese ed averlo brillantemente superato, facendo un po’ una piccola scommessa con se stessi. Inoltre, come già ricordato, l’ottenimento dell’agognata Extra Class vi consente di operare stazioni remote USA – bisogna però leggere con attenzione le regole dei singoli servizi a pagamento, perché alcuni di essi richiedono che l’operatore si trovi fisicamente negli Stati Uniti. Infine, per chi ama i viaggi all’estero, le spedizioni DX e in genere i collegamenti fuori dai confini nazionali, tenete presente che gli USA hanno stipulato con molti Paesi (anche non-CEPT) specifiche convenzioni grazie alle quali il titolare di una licenza statunitense può operare in questi Stati in condizione di reciprocità.
Ciò significa che un radioamatore munito di patente rilasciata dal MIMIT in Italia non può automaticamente trasmettere da tutti questi Paesi, cosa che invece può fare nel caso sia titolare di una licenza FCC. I Paesi con i quali, in base all’art. 47 C.F.R. § 97.107 (https://www.ecfr.gov/current/title-47/chapter-I/subchapter-D/part-97/subpart-B/section-97.107), gli Stati Uniti hanno sottoscritto accordi di reciprocità sono: «Antigua and Barbuda, Argentina, Australia, Austria, The Bahamas, Barbados, Belgium, Belize, Bolivia, Bosnia-Herzegovina, Botswana, Brazil, Chile, Colombia, Costa Rica, Croatia, Cyprus, Denmark (including Greenland), Dominica, Dominican Republic, Ecuador, El Salvador, Federated States of Micronesia, Fiji, Finland, France [including French Guiana, French Polynesia (Gambier, Marquesas, Society, and Tubuai Islands and Tuamotu Archipelago), Guadeloupe, Ile Amsterdam, Ile Saint-Paul, Iles Crozet, Iles Kerguelen, Martinique, New Caledonia, Reunion, Saint Pierre and Miquelon, and Wallis and Futuna Islands], Federal Republic of Germany, Greece, Grenada, Guatemala, Guyana, Haiti, Honduras, Iceland, India, Indonesia, Republic of Ireland, Israel, Italy, Jamaica, Japan, Jordan, Kiribati, Kuwait, Liberia, Luxembourg, Macedonia, Republic of the Marshall Islands, Mexico, Monaco, Netherlands, Netherlands Antilles, New Zealand, Nicaragua, Norway, Panama, Papua New Guinea, Paraguay, Peru, Philippines, Portugal, Seychelles, Sierra Leone, Solomon Islands, Republic of South Africa, Spain, St. Lucia, St. Vincent and the Grenadines, Surinam, Sweden, Switzerland, Thailand, Trinidad and Tobago, Turkey, Tuvalu, United Kingdom [including Bermuda, British Virgin Islands, Cayman Islands, Channel Islands (including Guernsey and Jersey), Falkland Islands (including South Georgia Islands and South Sandwich Islands), Great Britain, Gibraltar, Isle of Man, Montserrat, Northern Ireland, Saint Helena (including Ascension Island, Gough Island, and Tristan Da Cunha Island), and Turks and Caicos Islands], Uruguay, and Venezuela» (fonte: https://www.fcc.gov/wireless/bureau-divisions/mobility-division/amateur-radio-service/reciprocal-operating-arrangements).
Attenzione, però: non bisogna pensare che sia tutto “automatico”. Come giustamente mi è stato fatto notare – e come del resto viene ribadito anche nel sito web dell’ARRL – quando il titolare di una licenza USA si reca in un Paese con il quale gli Stati Uniti hanno rapporti convenzionali di reciprocità, è sempre opportuno, per non dire necessario, verificare se vi siano specifiche procedure o norme da osservare per poter effettivamente operare da quel Paese utilizzando il callsign USA. Insomma, va sempre fatta una verifica preliminare al riguardo sul singolo Paese di destinazione, benché compreso nell’elenco ufficiale FCC sopra riportato.
Solo per fare un esempio, l’ARRL segnala che «al momento non esistono procedure che consentano ai licenziatari statunitensi (o di altre nazioni) di ottenere una licenza valida in Messico o di operare in base a un accordo di reciprocità» (https://www.arrl.org/files/file/VEs/International%20Operating%20May%202023.pdf). Pensiamo anche alle isole subantartiche francesi, per le quali bisogna ottenere non poche autorizzazioni aggiuntive dalla TAAF. Più in generale l’ARRL avverte che «la prima cosa da ricordare è che un accordo operativo reciproco non significa che il radioamatore può semplicemente andare e iniziare a trasmettere. Significa che ci sono procedure note da seguire. Immaginate la cosa come dei “cerchi” individuati attraverso i quali bisogna “saltare” per ottenere il permesso di operare da un Paese straniero» (https://www.arrl.org/international-operating). Quindi teniamo gli occhi (e le antenne) sempre aperti.
Infine: è possibile operare in Italia utilizzando il nominativo USA (naturalmente preceduto dal prefisso italiano/regionale)? Molti anni fa, io stesso inoltrai un apposito interpello all’allora Ministero delle Telecomunicazioni, e il dirigente responsabile del Settore Radioamatori, con il provvedimento n. prot. 5484/2004 che potete trovare pubblicato sul sito web dell’ARI, rispose in maniera “possibilista”, alla condizione di rispettare (anche) il nostro Piano Nazionale di Ripartizione delle Frequenze, nonché tutte le altre norme che regolano il Servizio di Radioamatore in Italia.
Tuttavia, per quel che può contare (hi), il mio parere non è favorevole, considerato che gli Stati Uniti sono un’Amministrazione non-CEPT, pur avendo accettato le condizioni contenute nella T/R 61-01 (ma non anche quelle della CEPT T/R-02): in tal modo, unicamente ai radioamatori che non solo siano titolari di licenze di classe Amateur Extra e Advanced, ma siano anche cittadini statunitensi è consentito di operare nell’ambito dell’accordo con i paesi CEPT e quindi anche con l’Italia (rispettando ovviamente le norme di comportamento ed il band plan del Paese visitato: https://www.arrl.org/cept).
Un caro amico mi ha anche fatto notare, d’altro lato, che l’art. 2, c. 4 del recente D. Lgs. 1 marzo 2021 (https://ispettorati.mise.gov.it/images/documenti/decreto_marzo_2021.pdf) stabilisce il principio secondo il quale «ai cittadini dei Paesi membri della CEPT e non membri che attuano la raccomandazione CEPT TR 61-02, in possesso della patente HAREC, in occasione di loro soggiorni in Italia della durata superiore a tre mesi, è rilasciata a domanda la corrispondente patente italiana». Potrebbe essere allora interessante – a più di vent’anni di distanza da quando richiesi lumi al Ministero – domandare nuovamente un parere al riguardo, anche se, a ben vedere, la questione sembra irrilevante, posto che gli USA non solo non hanno aderito alla CEPT, ma nemmeno hanno dichiarato di applicare la CEPT T/R-02 (diversamente dalla CEPT T/R-01). Quindi, in linea teorica, anche se in Italia vi fosse una norma che autorizzasse un operatore munito di licenza americana a utilizzare il suo call USA, ciò sarebbe in ogni caso vietato dalla normativa americana ed egli sarebbe passibile di sanzioni (fra le quali la revoca della licenza stessa).
Da ultimo, ma non per ultimo, una volta ottenuto il nominativo americano (negli USA le procedure sono molto veloci, e di solito lo si riceve direttamente per e-mail entro sette giorni al massimo da quando si è sostenuto l’esame), è possibile richiedere, a mezzo del portale della FCC (https://www.fcc.gov/wireless/bureau-divisions/mobility-division/amateur-radio-service/amateur-call-sign-systems), l’assegnazione del cosiddetto vanity call. Si tratta di un nominativo “personalizzato” che – se non utilizzato o connesso ad una licenza scaduta da più di due anni e non rinnovata – potrà esservi assegnato, e se siete fortunati, potreste anche trovare libero il suffisso identico a quello del vostro call italiano.
Un’ultimissima annotazione a proposito del “format” dei nominativi americani. Chi ha ottenuto una licenza Technician o General, ha diritto a un nominativo del tipo 2x3 (per esempio KD7YNT). Se avrete superato in un colpo solo i tre step, otterrete un nominativo Extra Class del tipo 2x2 (per esempio AC1FR). Se invece si superano le tre prove non contestualmente, il nominativo originario (nell’esempio KD7YNT) resta sempre lo stesso anche nel momento in cui si raggiunge la Extra Class (salva la facoltà di richiedere l’assegnazione di un vanity call). Una curiosità: se siete possessori di una licenza Technician o General, in sede di vanity call vi è data la facoltà di scegliere soltanto tra nominativi del formato 2x3 (WB2AET) o 1x3 (W2FME). Ma se siete già titolari di una licenza Extra Class, le cose cambiano. Sarete infatti abilitati a scegliere il nominativo nel formato che preferite, e dunque anche un call del tipo 1x2 (per esempio N2FM) o, viceversa, 2x1 (KG3F).
Il team di IK2CIO organizza sessioni d’esami in occasione delle più importanti Fiere italiane (Montichiari, Mombarone, Pescara, ecc.) e su invito da parte delle Sezioni ARI interessate; nel corso degli anni sono state organizzate sessioni anche oltre confine. Per verificare le date e le località nel mondo ove si tengono le sessioni d’esame, vedi https://www.arrl.org/find-an-amateur-radio-license-exam-session.
Questo è tutto, per ora. Spero di aver contribuito a chiarire i piccoli o grandi dubbi e di aver risposto alla tua domanda e a quelle che spesso ci vengono rivolte dai candidati agli esami. Che dire di più? Buono studio e in bocca al lupo – o, meglio, break a leg!
73 de
Michele Carlone, N2FME
(alias IZ2FME)