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L'Editoriale di gennaio 2020
FT8, come dire: confusi ma felici
Gabriele Villa, I2VGW
Mi dispiace ma mi tocca fare outing. Anzi il mio, nostro outing, è già piuttosto pubblico, sta nel log dell’ennesima DXpedition cui ho partecipato recentemente, nelle Comores. Mi sono dovuto arrendere alla volontà dei tanti. E i tanti, amici miei, siete voi. Voi che avete preso questa “cotta” per l’FT8, voi che giustamente lo avete preteso e letteralmente ad ogni nostra uscita e segnale “saccheggiato” nei vari slot di banda. Voi che alla fine siete stati accontentati. Con la sola consolazione, da parte mia di avervi fatto felici. Ha vinto la maggioranza e i numeri della DXped di D68CCC parlano chiaro: 62.832 Qsos totali di cui 11.141 in FT8 pari al 17,7 per cento del totale e solo 1.229, pari al 2 per cento del totale in RTTY.
Brillante risultato ma una mia sconfitta personale anche e nonostante l’”uniforme”di co-leader che indossavo anche in quest’occasione, per il semplice motivo che mi sono dovuto arrendere all’evidenza delle richieste, ma soprattutto dei fatti e dei risultati ottenuti. Ma come, obbietterete (forse)? Tu che sei sempre stato il paladino dell’RTTY, tu che hai collezionato record mondiali facendo scintille nei vari team con il bottino sorprendente di migliaia e migliaia di collegamenti in RTTY? Come hai potuto permettere che, come hai potuto fare la scelta di “uscire” dalle Comores in RTTY soltanto nelle giornate conclusive della DXped? Vero, verissimo non solo l’ho permesso, ma mi sono pure seduto, mio malgrado, davanti alla radio a pigiare il tastino di chiamata (solo quello, il resto è un self-service) ad incamerare qsos dopo qsos in FT8. E ad annoiarmi tremendamente. Sì, questa è la verità amici miei. Mi sono annoiato. Qualcuno mi contesterà che anche dedicarsi a tempo pieno all’RTTY rischia di diventare una noia. Ma lì ci metti del tuo, fai pile-up e ti diverti a pescare non ad essere pescato mentre stai praticamente in ammollo! Non è così? Suvvia dai ammettetelo anche voi: è così.
Io sappiate che DXped o non DXped non ho cambiato il mio pensiero rispetto a quell’editoriale sul “ti piace vincere facile” che ho firmato sul numero di marzo 2019 di RR. Editoriale che suscitò non poche polemiche, persino internazionali. Sì perché tale Trevir M5AKA si prese la briga di far tradurre quel mio scritto, e di twittarlo per il mondo definendolo esageratamente polemico etc. etc. Un bel chissenefrega, dico. Anzi grazie, perché quando un giornalista accende la polemica vuol dire che lascia comunque il segno. Detto questo e fatto il mio bravo outing, è giusto che vi spieghi il significato della copertina, quantomeno originale, dedicata al “Barbiere di Siviglia”. Ve lo ricordate il refrain dell’opera di Gioacchino Rossini? “...Figaro qua, Figaro là. Tutti mi chiedono, tutti mi vogliono. Ah che bel vivere…” Ecco questo è l’FT8 oggi, a mio parere, un modo modaiolo, per mettere a segno Qsos con la facilità e l’abilità che si incontra nell’accendere e spegnere un interruttore della luce. In buona sostanza non illudetevi: la penso esattamente come nel mio editoriale di marzo e la penso esattamente, sottoscrivendone ogni parola, come un amico, che è anche un DXer di spessore internazionale, Paolo Zaffi, I4EWH, e che, nello scritto che segue immediatamente questo mio editoriale, esprime fin troppo chiaramente il suo punto di vista riguardo all’FT8. Ricordo alcuni passaggi del mio precedente editoriale: anche se i puristi continuano a storcere il naso, è innegabile che il cluster, abbia rivoluzionato l’attività radiantistica come certe invenzioni di cui oggi non si può e non si potrebbe fare a meno. E sfido chiunque a venirmi a dire che del cluster non ne approfitta, non ne ha mai fatto uso, né lo userà mai. Ma cluster o non cluster il QSO resta per me qualcosa che deve essere cercato, gestito, vissuto in prima persona (sissignori anche in RTTY dove perlomeno sei tu a chiamare a rispondere e a decidere se investire del tempo in vari convenevoli, perché, anche se non parli, ti metti in relazione con l’altra persona con un interscambio di parole e frasi che può essere cambiato e integrato sul momento). Perché il QSO è qualcosa di magico e di unico che ti dovrebbe permettere di percepire, anche solo per pochi minuti, qualche volta addirittura istanti, la personalità del tuo interlocutore, il luogo in cui vive, lo shack da cui opera. Se qualcuno o qualcosa rompe questo meccanismo, o, piuttosto, questo incantesimo, beh, lo ribadisco una volta di più e poi mi taccio, il calo del desiderio è assicurato. Non si ha più voglia di sperimentare e di inventare. Di sognare e di immaginare. Ma come si fa a giocare con la radio così? Seguendo il motto: “poca spesa, tanta resa” perché il programma fa tutto da solo e porta a casa il QSO, sempre che di QSO “vero” si possa parlare. Certo l’FT8 aiuta, ha aiutato e aiuterà anche moltissimi radioamatori “little pistols” dotati di pochi mezzi e antenne modeste ad afferrare prede inafferrabili. E questo lo comprendo e lo giustifico. Ma se poi si “sparano” dentro centinaia di watt per arrivare comunque anche con l’FT8 dove di potenza ne basta poca, allora c’è qualcosa che non mi torna. Datemi una risposta credibile, please.