- Notice
L'Editoriale di aprile 2019
Ogni chilociclo è un nostro patrimonio
Gabriele Villa, I2VGW
La nostra copertina volutamente d'antan dedicata alle YL e XYL e ai loro tasti telegrafici in rosa, come li ho voluti definire, introduce un meticoloso lavoro di ricostruzione storica, realizzato da Claudio Ruggeri, IZ0KRC che proporremo a puntate a partire da questo numero di RadioRivista. E' un capitolo, quelle delle donne dal tasto in rosa, come peraltro quello di tutto il popolo radioamatoriale che ama il CW fatto di ticchettii e di QSO fortissimamente voluti e testardamente messi a log.
Volontà e testardaggine come quella, mi auguro molti di voi ricorderanno, che ha caratterizzato le mie prime mosse da direttore del nostro magazine quando, su queste stesse colonne, sette anni fa, annunciai che sarei partito con una campagna di stampa per sostenere quanto deliberato, o, meglio, "raccomandato" dalla Conferenza Iaru della Regione 1, tenutasi in Sud Africa a Sun City nel 2011. La raccomandazione alle associazioni nazionali, ad ogni singola associazione nazionale appartenente alla Regione 1, di sottoscrivere e di inviare una richiesta ufficiale all'Unesco, affinché "riconoscesse il Codice Morse come Patrimonio Intangibile dell'Umanità". E, puntualmente, mantenni la promessa insistendo, numero dopo numero, con articoli celebrativi, didascalici e sempre rigorosamente a difesa della telegrafia. Certo fa un po' strano che a "fare la predica" sull'importanza e sul, oggi più che mai, fondamentale contributo del CW al miglioramento della nostra vita e della nostra sicurezza, sia un mediocre grafista come me che, pur avendolo studiato e imparato anche piuttosto bene, in verità, a suo tempo, in vista dell'esame per la licenza, poi l'ha ignobilmente messo da parte e dimenticato, o quasi, altrettanto in fretta. Ma per la solita legge del contrappasso, eccomi qui adesso a perorare la non facile causa che tutti, convinti, dobbiamo sostenere affinché la Telegrafia diventi Patrimonio dell'Umanità. Probabilmente mettere in fila, linee e punti, punti e linee, come è accaduto, in tutti questi anni, nelle stazioncine ferroviarie, come negli avamposti militari sperduti, sui transatlantici, come nelle case di tanti di noi, forse per qualcuno (c'è sempre qualcuno pronto a storcere il naso) non è esattamente da considerarsi lo stesso "patrimonio" della Grande barriera corallina o della Baia degli squali o del Teatro dell'Opera di Sydney in Australia. E forse nemmeno la stessa cosa o lo stesso "patrimonio" che offrono all'Umanità, le Missioni gesuite del Chiquitos in Bolivia o la Grande Muraglia in Cina o Mont Saint-Michel e la sua baia in Francia o, in Italia, Venezia e la sua laguna, i Sassi di Matera, le Dolomiti o le Necropoli etrusche di Cerveteri e Tarquinia. Ma quanto sono "tangibili" realmente tutte queste meraviglie? Esattamente come è tangibile un tasto telegrafico, di qualsiasi foggia sia, nel momento in cui lo pigiamo per mandare segnali nell'etere. E quanto destano meraviglia ed emozione quelle meraviglie che ho appena citato e le centinaia di meraviglie che figurano nella World Heritage List dell'Unesco? Esattamente come il codice Morse che, molti di voi ne sono e ne sono stati buoni testimoni, basta far risuonare ancora oggi nelle scuole del mondo, per accendere stupore e meraviglia persino negli studenti più avvinghiati ad Internet e al virtuale mondo dell'illusione. Io non so se riusciremo a centrare il nostro obbiettivo e a convincere, prima la commissione italiana dell'Unesco e poi l'Unesco tutta, della bontà di questa idea e della necessità di salvaguardare la telegrafia come "patrimonio" dell'Umanità affinché lo si possa tramandare e regalare alle generazioni che verranno.
Scrivevo esattamente così sette anni fa e lo riscrivo ancora più convintamente oggi che due associazioni consorelle, la RSGB (che mira a incrementare il coordinamento fra le tre Regioni IARU al fine di allineare i rispettivi band plan) e la REF appaiono preoccupate per la conservazione delle sottobande CW (soprattutto a difesa di chi trasmette in QRP). L'offensiva che, se così può definirsi molto blandamente, giunge dall'OeVSV con la proposta di estendere del 25% i segmenti di banda riservati ai modi digitali, e dall'USKA che vorrebbe che la Regione 1 permettesse i modi digitali con larghezza di banda fino a 2700 Hz nel segmento 10140-10150 kHz per armonizzarsi con la Regione 2.
Timori, polemiche e contrapposizioni tra cwdoppisti e digitalizzati sono già in atto da mesi. Mentre scrivo queste righe l'Interim Meeting di Vienna nel corso del quale le varie posizioni si confronteranno deve ancora svolgersi quindi mi astengo dall'aggiungere altro ma una cosa vorrei fosse chiara: da ogni contrapposizione deve uscire vincente il Radiantismo. Nel rispetto e non nella prevaricazione di ogni diritto, di ogni minuscolo segmento di frequenza. Perché è in ogni segmento di frequenza, in ogni chilociclo, che la nostra passione si rinnova giorno dopo giorno.