Homo Disconnessus
Alberto Zagni, I2KBD
Viviamo in un mondo strettamente connesso, la comunicazione è immediata e a livello globale. Lo scambio di informazioni è ormai in tempo reale e senza vincoli geografici. La tecnologia della comunicazione e dell'informazione ha quasi raggiunto i limiti teorici imposti dalle leggi fisiche.
Anche l'Intelligenza Artificiale sta entrando nella vita dei comuni cittadini e la videoconferenza è ormai uno strumento usato quanto il telefono.
Allora, che senso ha il Radioamatore con le sue tecnologie dello scorso secolo, castelli di alluminio sul tetto e chili di apparecchiature che scaldano come forni?
Sono sempre in difficoltà quando parlo con amici e con i giovani in particolare, a far capire quanto sia incredibile che gli elettroni che si agitano nella mia antenna riescano a stimolare quelli di un pezzo di filo steso agli antipodi…
Con un cellulare o un Pc collegato ad Internet, la comunicazione globale è a tua disposizione. Facile e affidabile.
Io credo che in questa considerazione stia la risposta alla domanda: Perché quello che facciamo non è né facile né deterministico.
Il Radioamatore non è un comunicatore, ma uno sperimentatore che ama le sfide e si esalta nel fare le cose difficili, mettendo tutta la propria inventiva e la capacità di risolvere i problemi.
Il Radioamatore non deve essere "connesso" per poter comunicare e infatti durante gli eventi catastrofici quando le infrastrutture collassano, solo la radio e i Radioamatori riescono ad operare.
Anche la propagazione, nostra grande alleata e nemica risponde a regole che non possiamo controllare e che creano il "sale" della comunicazione.
Il Radioamatore ha una storia e delle radici che lo rendono diverso da chi "parla con la radio", è un innovatore e un curioso che vuole stare al passo con la tecnologia (e a volte anticiparla!), ma sempre con lo spirito dei maestri del secolo scorso: Teorema di Shannon nella testa ma tasto verticale accanto…
Per questo ho voluto proporre la rubrica "Come eravamo…" che riprende vecchi numeri di RadioRivista o Radiogiornale di 80/100 anni fa.
In quelle pagine ritroviamo la filosofia e l'emozione degli esperimenti, delle scoperte, delle prime delusioni e delle magnifiche soddisfazioni.
Non dimentichiamo che nella vita siamo la sintesi della nostra storia, delle nostre radici e delle aspirazioni per il futuro.
Il Servizio di Radioamatore deve spaziare dalle nostre radici al presente per creare il nostro futuro, solo così tra cent'anni quando le nostre apparecchiature ci permetteranno di fare QSO olografico in presenza, magari rileggendo tramite il chip impiantato sotto cute la vecchia RadioRivista del 2023, capiremo che lo spirito dei Marconi, dei Calzecchi e degli Hertz è comunque in noi.
* Direttore di RadioRivista