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PostHeaderIcon L'Editoriale di marzo 2022

Il futuro Presidente dell'ARI
di Vincenzo Favata, IT9IZY

In prossimità della scadenza del mandato, oltre alla disamina di quanto accaduto, occorre anche guardare avanti e prospettarsi un futuro proficuo e pieno di aspettative positive, alla luce di una ritrovata serenità sociale, confortata da un clima di confronto sereno tra le varie componenti associative.

Il Presidente è il primo garante dell'attività sociale, presiede le riunioni del CDN, rappresenta l'Associazione, coordina le attività sociali e molto altro ancora; potrebbe e dovrebbe frenare le pulsioni indirizzate verso modifiche non conformi allo Statuto, spingere per la semplificazione delle procedure burocratiche interne e per la formazione di regolamenti unici per tutte le Sezioni, esprimersi e confrontarsi con gli Organi territoriali  sull'attuale assetto regionalistico dell'ARI, interrogarsi continuamente in ordine agli adeguamenti necessari per tenere l'Associazione al passo dei tempi, individuare con coraggio gli obiettivi, favorire il dialogo tra tutte le componenti associative, fare appello a tutte le risorse disponibili per porre le basi di una stagione nuova.



Il Consigliere scelto a rivestire la carica di vertice dell'Associazione dovrebbe, inoltre, preparare gli eventuali grandi cambiamenti che comportano impegni lungimiranti nel rispetto delle regole di formazione delle decisioni, in modo da consentire scelte veloci precedute dal necessario approfondimento; ampliare il ruolo e lo spazio delle autonomie regionali e sezionali con un costante dialogo collaborativo, mettere in movimento un processo riformatore che tenga conto degli interessi di tutti, favorire l'efficienza e la credibilità ed, al contempo, recuperare il necessario rigore e l'autorevolezza della più autorevole Associazione radiantistica italiana.


La figura del Presidente ha certo anche una sua dimensione meta-politica che può avere effetti pratici in ogni sua diretta decisione; quale bandiera dovrebbe essere quella del futuro presidente in un'Associazione come la nostra che si avvia ad affrontare un periodo di adeguamenti - che presentano notevoli problematiche tecnico-giuridiche - alle nuove realtà normative ed istituzionali.

Potrebbe iniziare con il recuperare la perdita drammatica degli spazi di confronto che i due anni di pandemia hanno incredibilmente compromesso, per poi affrontare con il dovuto  impegno e la necessaria dedizione le responsabilità nei confronti delle generazioni future di radioamatori, valorizzare il patrimonio d'ingegno dei tanti soci che rappresentano delle eccellenze nei loro campi professionali, concentrare i suoi sforzi per far comprendere che l'Associazione "siamo noi soci tutti insieme" ed ognuno ha il diritto di esprimere le proprie idee, con i dovuti modi e  nel rispetto degli altri.

Dovrebbe, nel solco già tracciato, rafforzare e moltiplicare, con la dovuta autorevolezza, i rapporti con il MiSE, rapportandosi con il Ministero con la necessaria competenza, rendere stabili e costanti i rapporti con la Prefettura tutorial di riferimento e con le altre Autorità di governo territoriali presso le cui sedi operano i nostri volontari per le radiocomunicazioni di emergenza.

In buona sostanza gli impegni che si profilano all'orizzonte di colui che sarà chiamato a dirigere l'Associazione sono notevoli e può aggiungersi, senza tema di smentita, anche l'abisso che si è aperto, in tutti i campi, tra le nuove generazioni e quelle che le precedono.

La carica presidenziale è più faticosa, più complicata, più controversa di quanto si possa immaginare, chi la ricopre si imbatte quotidianamente in una gran quantità di ostacoli, trappole ed insidie varie, cose che apparentemente possono sembrare fastidiose ma che sono, invece, la quintessenza di quell'arte complicata e faticosa che possiamo chiamare politica associativa, che deve essere posta in essere con perizia ed estrema attenzione  da colui che, per mandato ricevuto, si deve occupare istituzionalmente di garantire il buon andamento di tutta l'Associazione.

In conclusione, la bandiera presidenziale non potrà essere che quella impegnata in particolar modo nei confronti dei giovani, con un occhio attento alle tradizioni ed all'esistente.

* Presidente dell'ARI