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PostHeaderIcon L'Editoriale di febbraio 2022

Contiamoci per contare
Mauro Pregliasco, I1JQJ

Scrivere l’editoriale è sempre un’occasione, tanto per chi lo redige quanto, auspicabilmente, per chi lo legge, di riflessione sugli argomenti di natura associativa che ci stanno più a cuore. Mi preme oggi aggiornarvi sul numero degli iscritti al Sodalizio, in quanto spesso è argomento dibattuto su basi emotive e non su dati conclamati.

Nel 2021 abbiamo ottenuto un risultato storico: abbiamo infatti registrato la perdita di soli 13 iscritti in un anno che ha visto la chiusura di molte Sezioni per lunghi periodi a causa dell’emergenza da coronavirus, un servizio discontinuo degli Uffici Postali che ci ha penalizzato nei rinnovi, l’aumento dei Soci SK,  Ispettorati Territoriali che hanno rimandato la sessione di esami primaverili con conseguente perdita di potenziali nuovi radioamatori/Soci.



Gli Uffici hanno dovuto - là dove è stato possibile - fare ricorso allo smart working emergenziale, penalizzando un ambiente in cui si è abituati a lavorare in team e dove è necessario ricorrere quotidianamente agli archivi cartacei che, nella nostra Associazione, costituiscono, allo stato, ancora una realtà. La Segreteria Generale ha saputo reagire a queste difficoltà con impegno e professionalità, mantenendo sempre alto il livello dei servizi offerti e riuscendo ad evadere entro 48 ore ogni richiesta pervenuta.


Per meglio valutare i risultati ottenuti vi invito a esaminare la seguente tabella nella quale risultano le differenze degli iscritti all’ARI, Regione per Regione, fra gli anni 2020 e 2021.


Le Sezione con il maggior numero di iscritti è Milano (326), seguita da Roma con 305.

La call area 3 (Friuli Venezia Giulia, Veneto, Trentino Alto Adige) ha il maggior numero di iscritti (2.022); seguono la call area 2 (Lombardia: 1.925), la 1 (Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta: 1.643), la 0 (Lazio, Sardegna, Umbria: 1.173), la 4 (Emilia Romagna: 1.126), la 5 (Toscana: 958), la 8 (Calabria, Campania, provincia di Potenza: 941), la 9 (Sicilia: 546), la 6 (Abruzzo, Marche: 516) e la 7 (Puglia, provincia di Matera: 436).


Non è questa la sede per esprimere riflessioni e valutazioni approfondite sulla gestione dell’Associazione. Vorrei però soffermarmi su due aspetti.

Il costo dei servizi offerti è tanto più ragionevole quanto maggiore è il numero dei Soci, per le economie di scala che possono essere realizzate; ad esempio, la composizione di RadioRivista costa la medesima cifra sia che venga predisposta per 1.000 che per 10.000 Soci. In buona sostanza, a parità di servizi offerti, se aumenta il numero dei Soci i costi di gestione possono ridursi.

Come scrissi nell’editoriale di febbraio 2020, il processo di invecchiamento è un fenomeno che incide sulla vita delle nostre Sezioni. Questo dipende essenzialmente da due fattori: il primo è di natura strutturale, ed è direttamente connesso al calo demografico nel nostro Paese; il secondo è diretta conseguenza del progresso tecnologico, che rende la radio sempre meno interessante per i giovani. In statistica la moda di un insieme di numeri è il valore che compare con maggior frequenza; nel nostro caso è costituita dai Soci 59enni. L’intervallo che comprende il maggior numero di Soci va da 55 a 64 anni. L’Associazione ha bisogno di forze giovani e di idee nuove, per rinnovare i nostri delicati equilibri anagrafici, cercando di acquisire nuovi Soci giovani per non compromettere le possibilità di crescita, in quanto lo sviluppo è la chiave indispensabile per alimentare e rendere plausibile l’ARI del futuro. Le nuove iscrizioni si riferiscono a molti Soci che, dopo alcuni anni di riflessione, hanno deciso di tornare nel Sodalizio e a nuove Autorizzazioni in buona parte di persone già in avanti con gli anni.

La nostra sfida, adesso, è dimostrare che possiamo crescere sapendo che le risorse umane dell’associazione sono capaci di garantire il successo di questa strategia che non guarda solo al presente, ma al futuro.

È superfluo sottolineare quanto sia nell’interesse di ogni Sezione e Socio esprimere le proprie preferenze all’indetto Referendum per il rinnovo delle cariche sociali. Le persone chiamate alla guida del nostro Sodalizio nei prossimi anni dovranno cercare di ottenere quei risultati che tutti noi siamo ansiosi di vedere concretizzati.

Mauro Pregliasco, I1JQJ
Segretario Generale dell'ARI