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PostHeaderIcon L'Editoriale di ottobre 2020

Prendiamo al volo l'occasione
di Vincenzo Favata, IT9IZY


Recessione prolungata, assenza di domanda, disoccupazione e l'arrivo di una nuova ondata pandemica, sono queste le principali paure dei manager globali alla ripresa delle attività dopo l'emergenza Covid questo è quanto emerge da un nuovo rapporto del World Economic Forum, che annualmente stila il Global Risk Report.

Per valutare l'impatto duraturo di Covid-19 sull'economia e, di conseguenza sulla nostra associazione, appare opportuno concentrarsi sulla capacità di ripartenza dei vari settori e la libertà di circolazione nazionale ed internazionale.

A poco più di un mese dalla riapertura, nella maggior parte dei mercati, i dati relativi alla spesa e agli spostamenti indicano una ripresa.



I mercati stanno rispondendo in modo estremamente positivo a tutto ciò, sussistono, tuttavia, diversi rischi che potrebbero minacciare questo quadro e modificare l'andamento della ripresa. Il più ovvio è rappresentato dalla pandemia stessa e dalla possibilità che un aumento dei contagi in alcuni stati e nei mercati emergenti possa tradursi in un arresto dell'attività, vuoi perché i governi dovrebbero introdurre nuove misure di lockdown, vuoi perché imprese e privati potrebbero perdere fiducia in una ripresa dell'attività.

Al primo posto delle preoccupazioni diffuse c'è quella di una recessione prolungata; al secondo la possibile ondata di fallimenti industriali; al terzo la mancata ripresa di interi settori industriali; al quarto il crollo continuato della domanda mondiale; a seguire  le restrizioni transfrontaliere di persone e merci; l'esplodere di una nuova pandemia; il collasso dei mercati emergenti e delle economie in via di sviluppo; l'indebolimento dei bilanci pubblici delle maggiori economie; infine, un'impennata dell'inflazione globale.

Tra gli altri timori anche l'alto livello di una disoccupazione che potrebbe diventare strutturale, soprattutto tra i giovani, e l'insorgere di nuove tendenze protezionistiche.

Adesso è necessario tentare la ripartenza c'è l'opportunità di riflettere e valutare la sostenibilità dell'assetto attuale dell'ARI, che potrebbe sfociare in una nuova era di prosperità duratura. E' necessario lavorare insieme e in tutti i settori dell'associazione, per affrontare il futuro e le necessarie innovazioni che la realtà che ci circonda impone.

Abbiamo la possibilità unica di usare la crisi per comportarci differentemente e per ricostruire un'associazione più resiliente e sostenibile.

Il virus ha portato via il lusso della pianificazione e, pertanto, non è più possibile aspettare il momento giusto per le riforme, se rimaniamo passivi possiamo perdere un'opportunità storica per dare un nuovo impulso alla nostra associazione.

Certo di una benevola valutazione della volontà innovativa espressa, assicuro tutti che durante il periodo di chiusura tutto il CDN si è adoperato costantemente per amministrare l'associazione e nulla è stato tralasciato.

* Presidente dell'ARI