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PostHeaderIcon L'Editoriale di gennaio 2019

In ossequio alla chiarezza
di Vincenzo Favata, IT9IZY


Non me ne vogliano il lettori se inizio questo mio scritto da un dato assai significativo - dal quale prendo le mosse senza desiderio di critica - e cioè dal fatto che, in questi giorni, si discute sempre meno di progetti concreti e sempre più di un fantomatico e presunto ritardo dell'invio delle schede elettorali per il prossimo referendum.

Per sgombrare il campo da ogni dubbio è sufficiente precisare che l'attuale Consiglio Direttivo si è insediato il 1° aprile 2016 a seguito di regolari votazioni, svolte tra i soci aventi diritto e questo mandato scadrà il 31 marzo 2019.

All'insediamento di questo CDN non risultavano approvati i bilanci dal 2012 e successivi, nonostante la predisposizione degli stessi e la presentazione all'assemblee per l'approvazione; oggi tutti i bilanci sono stati presentati dal CDN ed approvati; gli ultimi due (consuntivo 2017 e preventivo 2018) addirittura nei termini statutari, quest'ultima circostanza  non si verificava da anni.

Possibilmente il CDN, alla data in cui leggerete questo articolo, avrà  approvato il bilancio  preventivo 2019 che è già stato stilato e predisposto.


Il sopra accennato spostamento dell'oggetto delle discussioni tra i soci da un possibile e apprezzato sforzo teso ad individuare un contributo fattuale positivo, quale potrebbero essere le proposte concrete da sviluppare per migliorare l'Associazione ad una critica infondata, non deve produrre il silenzio di coloro -  a mio avviso la maggioranza - che desiderano apportare il loro contributo di idee e progetti.


In questo periodo elettorale, si sposta l'oggetto dell'attenzione, cambiano gli interlocutori e la scena viene occupata da pseudo giuristi in materia di diritto delle associazioni, da profondi conoscitori delle norme statutarie, da brillanti interpreti dello Statuto e così via, tutti insomma meno che i veri radioamatori, i tecnici preparati, i conoscitori delle norme associative, in buona sostanza i soci veramente competenti nei singoli campi; le loro voci sommesse ed educate si perdono come un "fruscio di fondo" fastidioso, nel rumore delle critiche grossolane lanciate senza riflessione alcuna.

Le osservazioni fuori luogo, per la loro evidente infondatezza non meritano neppure una risposta e, rispetto al passato, quando il fenomeno critico in prossimità del rinnovo sociale aveva ben altre dimensioni, si sono ridotte notevolmente.

L'attuale CDN, composto da persone con indubbia esperienza associativa, rimane il custode dei fasti e della solidità dell'ARI; ma fino a quando e fino che punto sarà possibile evitare i danni nascenti dalle critiche, poste in essere da coloro che, stranamente solo in occasione del rinnovo delle cariche,  omologano, in perfetta malafede o, nell'ipotesi migliore, per mancanza di conoscenza, l'ARI come un'associazione di soggetti nostalgici superati dalle innovazioni tecnologiche.

Forse anche in questa sede appare utile, per comprendere la realtà, considerare che qualunque sistema di governo associativo ha uno strato ed un substrato, lo strato è la superficie e si sostanzia negli organi di vertice che rappresentano l'ARI, cioè quello che si vede all'esterno, il substrato sono i soci e le loro aspettative; ad ogni Consiglio Direttivo deve corrispondere un certo tipo di associazione protesa verso obiettivi condivisi.

Se ciò è vero, il progetto di selezione dei vertici associativi non può essere campato per aria su promesse astratte che apparentemente appaiono idonee a migliorare l'associazione, ma deve essere concreto, sostenuto da una base sociale che ci crede - almeno prevalentemente - e portato avanti da persone competenti.

Chi inopinatamente manifesta propositi di destabilizzazione dell'ARI, per poi rovesciarla e costruirne una nuova su altre basi sa bene che per almeno tentare di riuscire nel suo intento deve amplificare le disattenzioni, diffondere veleni che alimentano paure, invidie e risentimenti.

Il linguaggio usato, pieno di banalità e sottintesi, sebbene talora si abbia l'impressione di contenuti relativamente moderni, è l'archetipo del tribalismo che emerge ed al quale non possiamo e non vogliamo adeguarci.

Per essere chiari: Io a questo gioco pericoloso "non ci sto!"

Gli ingredienti di un sistema associativo costituito da piccoli gruppi di fatto indipendenti (leggasi tribalismo) possono diventare una valanga e a forza di subire, adeguandosi per il quieto vivere a questa realtà distorta, si finisce per diventare qualcosa che non si sarebbe  voluta e nemmeno immaginata.

Per evitare questa possibile deriva disgregante occorre iniziare ad intervenire sul substrato, cioè partire dalle azioni e dai convincimenti sociali e far comprendere a chi pretende di parlare senza alcun titolo per i soci e per il bene dell'ARI che a far ciò sono deputati gli organi associativi; a chi esalta solo il cambiamento che non tiene conto del passato, si opponga il rispetto e la tradizione; a coloro che semplificano le elevate conoscenze tecniche dei soci, per equiparare la nostra Associazione ad altre realtà associative, si affermi, con forza la diversità delle competenze e dei valori; ed infine ai "tuttologi" che non sono altro che persone poco avvedute, si chieda: "ma cosa dici se non hai una conoscenza specifica e qualificata della materia?".

Procediamo, quindi, nell'ottica di concretezza sopra accennata,  alla disamina sommaria di alcuni dei più importanti servizi resi dall'Associazione, al fine di valutare, insieme ai soci, i possibili cambiamenti migliorativi.

RadioRivista: E' sempre regolarmente uscita con 11 numeri, di cui quello estivo doppio. Il costo di produzione è calato di circa il 10%. E' un dato significativo che dimostra la validità dell'operazione di controllo dei costi e la costante ricerca del risparmio che il Direttore, Gabriele Villa, continua a perseguire. Sul pregio del nostro Organo Ufficiale mi riporto all'unanime commento positivo che ci perviene dalle Associazioni consorelle di tutto il mondo, che la dice lunga sulla qualità degli articoli e sulla grafica della nostra rivista per la quale sono in corso ulteriori miglioramenti che spero noterete sin dal corrente anno.

Sevizio QSL: Anche per questo servizio, a parità del livello qualitativo, il costo è diminuito approssimativamente del 10% di fronte ad una riduzione dei quantitativi di qsl lavorate di circa il 5%. Le tariffe di trasporto, posta + corrieri, sono aumentate, le tariffe per l'estero sono lievitate in certi casi anche del 50%. I risparmi si possono solamente ottenere con la concentrazione delle spedizioni ed il ricorso al trasporto a mezzo corrieri, che comunque è limitato ai Paesi della Comunità Europea, stante l'abolizione delle pratiche doganali. Questo purtroppo non tocca il Giappone e gli Stati Uniti. Il livello qualitativo del nostro servizio è allo stesso livello, se non superiore, di quello della Germania e del Regno Unito, che sono considerate al massimo livello mondiale.

Radiocomunicazioni di emergenza e Protezione Civile:  L'ARI ha interesse a mantenere e consolidare le posizioni raggiunte grazie all'opera di molti soci che si sono occupati di volontariato nel campo della protezione civile; a far data dal 2014 sono state compulsate spese per circa 12.000 € annui per l'assicurazione ARI-RE. L'Associazione ha sottoscritto  un contratto con una società assicuratrice per coprire le partecipazioni ad operazioni di protezione civile ed esercitazioni connesse. Sono stati consolidati i rapporti con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, con le Prefetture e con le Autorità Militari. Allo stato, siamo in attesa dell'emanazione dei decreti collegati alla riforma del cd "terzo settore".

Ringrazio in anticipo tutti coloro che faranno pervenire proposte utili al miglioramento dell'Associazione.