Notice
  • Direttiva EU e-Privacy

    Questo portale utilizza i cookie per offrirti le migliori risorse tecnologiche disponibili. Continuando a visitarci senza modificare le tue impostazioni accetti implicitamente di ricevere tutti i cookies. Diversamente, puoi modificare le tue preferenze agendo direttamente sulle impostazioni del software di navigazione impiegato.

    Documentazione Direttiva e-Privacy

PostHeaderIcon 5R8M, un dream team e una spiaggia d'antenne

Quando il Boeing 767 tocca la pista di Nosy Be sono le 7:30 del mattino.

Eccoci arrivati dopo undici ore di viaggio, insaccati in un aereo tra sedili scomodi e cibo scadente. Scendiamo con sollievo per venire subito catturati da trenta gradi di caldo umido. 5R8M comincia.

L'aeroporto di Nosy Be è minimalista, vestigia coloniali riportate al gusto di oggi con poca spesa. Ci sottoponiamo alle formalità del visto. In un certo senso una buona polizia in uniforme Anni Sessanta, organizzata secondo un rituale ben oliato, che impone un labirinto amministrativo per ottenere il prezioso timbro. I nostri bagagli sono gettati sull'unico tapis roulant. Partecipiamo al rituale dell'uscita controllata dagli addetti alla dogana che vogliono verificare ogni bagaglio minuziosamente. Qualche piccola mancia ci fa uscire dall'impasse. Intanto sono già due ore che siamo atterrati. Saliamo su un pulmino soddisfatti ma anche piuttosto stanchi. Ci vorrà un'ora per coprire i venti chilometri che ci separano dalla destinazione finale. La strada, che a tratti diventa una pista, consente soltanto una velocità limitata. Il pulmino zigzaga tra buche e colonie di volatili da cortile.

Leggi l'articolo in PDF
tratto da RadioRivista 1/15 pagg. 16-20