La responsabilità di cambiare
di Alessio Sacchi, IZ4EFN
Carissimi Soci, la stesura di questo Editoriale avviene pochi giorni dopo l’Assemblea Generale Ordinaria del 18 settembre, Assemblea di bilancio che non si era potuta svolgere in aprile come di consueto per indisponibilità delle figure preposte ad una valida costituzione dell’Assemblea stessa. Ho quindi pensato di cogliere questa occasione per riprendere alcuni dei temi trattati nel mio intervento al termine dei lavori, e condividere con tutti gli aspetti programmatici più importanti su cui ci stiamo già confrontando in CDN per rinnovare la nostra Associazione. Buona lettura!
Chi siamo e dove vogliamo andare
Durante i lavori dell’Assemblea sono stati numerosi gli interventi che hanno richiamato problematiche legate all’età media dei Radioamatori e quindi dei Soci, al costo (e al valore) della quota sociale, alla bontà e alla necessità dei servizi che l’Associazione fornisce, all'apparente difficoltà di attrarre i giovani, allo scarso ricambio ai vertici delle nostre Sezioni. Questi interventi mi hanno dato la possibilità di illustrare quella che credo debba essere una priorità di tutti: capire come ci posizioniamo nel panorama associativo radioamatoriale italiano, cosa debba fornire un'Associazione del nostro calibro, e come debba modificarsi per adeguarsi a ciò che i Radioamatori di oggi cercano.
Questo concetto non deve spaventarci: è comprensibile che ciò che occorreva al Socio o all’aspirante Socio del 1990 o del 2000 (anni che ricordo molto bene come neofita, quindi particolarmente impegnativi) può non essere ciò che occorre negli Anni 202x. Allo stesso tempo, il modo in cui parliamo di essere o fare il Radioamatore, in una società che cambia molto velocemente, deve poter cambiare nel modo di esprimersi e di comunicare (apparire), ma non necessariamente nel modo di essere che tutti conosciamo e che tutti viviamo ognuno diversamente.
Volendo fare un'analogia con una qualsiasi azienda, noi tutti abbiamo il problema di capire perché ciò che abbiamo da offrire piaccia o non piaccia, e cosa dobbiamo fare per farlo piacere (o semplicemente conoscere) di più. Questo tema è fondamentale perché tutti ci aspettiamo che dietro l’essere Radioamatore - e in particolar modo aderente all’ARI - ci sia deontologia, rappresentanza, cultura. E proprio come in un'azienda, più siamo in grado di raccogliere consensi e più saremo rappresentativi, terremo alto il dialogo tra opinioni diverse, daremo un contributo di spessore al progresso della nostra attività in Italia ed in Europa, e continueremo ad operare in un contesto di continua ed educata crescita.
È nostro compito disegnare oggi ciò che vogliamo che l’Associazione sia nel 2025 e nel 2030. Abbiamo la grande responsabilità di dover osservare il cambiamento del tempo, dei modi, degli interessi e fare leva sui nostri valori fondamentali per progettare ciò che verrà.
Dobbiamo urgentemente studiare il nostro marketing, cioè cosa facciamo capire di noi Radioamatori al di fuori del nostro perimetro a chi ci osserva oggi e domani. Per questo, una priorità del CDN è quella di istituire gruppi di lavoro che studino come facilitare lo scoccare della prima scintilla in chi non ci conosce, come gli stessi vengano portati a bordo e formati affinché la fiamma non si spenga, di che cosa hanno bisogno man mano che gli anni passano, e come possano poi contribuire a dare continuità alla nostra Associazione sul territorio, magari insegnando ad altri ma sempre divertendosi.
Comprendere il viaggio che un aspirante Radioamatore o un veterano Radioamatore intraprende al giorno d’oggi non solo ci permetterà di continuare la nostra quasi centenaria missione, ma ci aiuterà a capire cosa fare: per esempio come approcciare i programmi Yota e Radio Club, quali obiettivi e porci con progetti come La Radio nelle Scuole e con quale terminologia esprimerci verso coloro che ancora non sanno di poter essere presto Radioamatori, come rimodulare la quota sociale ove possibile, che proposte portare al MiSE, come modificare il nostro sito web e la nostra rivista.
Tutto questo non si può risolvere in due mesi, ma credo che riconoscere il problema ed iniziare un percorso sia un ottimo punto di partenza nel definire le attività strategiche del 2023.
Il ruolo dei Comitati Regionali
Come sapete, l’Assemblea Generale dell’ARI riunisce i 19 Comitati Regionali in rappresentanza delle nostre quasi 300 Sezioni e dunque dei Soci tutti. Le Assemblee delle Sezioni si occupano infatti di stabilire l’orientamento di voto e il contenuto di eventuali interventi, e contestualmente nominino due rappresentanti che interverranno all’Assemblea Generale. Questa caratteristica, unica della nostra Associazione nel panorama radioamatoriale italiano, non solo fa sì che tutti i soci siano democraticamente rappresentati, ma ci consegna uno strumento operativo fantastico per poter rappresentare ogni territorio in sede nazionale, ovvero dare seguito ad iniziative e strategie nazionali in sede territoriale.
Credo però che, spesso, il ruolo dei Comitati Regionali sia sottovalutato o non correttamente sfruttato per costruire una Associazione che possa continuamente evolvere secondo le necessità del territorio e degli altri attori con cui la nostra Associazione si deve confrontare a tutti i livelli.
Va ricordato che, oltre ai necessari adempimenti per la rappresentanza in Assemblea Generale, il nostro Statuto affida ai Comitati Regionali un importantissimo ruolo di coordinamento delle Sezioni e la rappresentanza con gli Organi di Governo territoriale preposti: la diffusione dei valori dell’ARI, delle sue attività e dei suoi servizi su ogni territorio dipende fortemente dalle nostre strutture periferiche, senza le quali semplicemente non potremmo operare.
Per questo motivo, il CDN si è già espresso nella direzione di coinvolgere, uno alla volta, i Presidenti di CR che ne facciano richiesta a partecipare alle riunioni di CDN: si tratta di un primo passo per accorciare le distanze tra chi dirige l’Associazione e la vera struttura operativa dell’Associazione, affinché i Comitati Regionali, tramite il loro Presidente, possano avere più visibilità su come vengono affrontate le problematiche più generali e prese le decisioni più importanti, ma allo stesso tempo poter relazionare sullo stato di salute delle attività dei Radioamatori del territorio rappresentato, portare proposte, criticità e progetti. Su questo tema, ho infatti voluto sottolineare all’Assemblea dei delegati due aspetti che mi stanno molto a cuore. Il primo riguarda la necessità di tenere aperto un dialogo al di fuori delle occasioni formali come le AGO: non è mai troppo presto o troppo tardi per condividere un'idea o una proposta, e nemmeno per chiedere aiuto su problematiche o iniziative che riguardano la salute e il successo di ciò che facciamo sul territorio. Non solo nei confronti del CDN ma anche dei colleghi di altri Comitati Regionali o di altre Sezioni: molto spesso ciò che capita a noi è probabilmente già successo altrove e, a volte, per risolvere basta una telefonata. E in tutto questo lo stesso CDN deve facilitare l’interconnessione tra realtà diverse e adoperarsi per tenere unita quell'unica stessa Associazione.
Il secondo tema riguarda il modo in cui tutti noi che ricopriamo cariche a tutti i livelli della nostra Associazione dobbiamo interpretare il nostro incarico. Prima di tutto, dobbiamo ricordarci che è un incarico a tempo, e che non dipende dalla nostra volontà ma da quella dei colleghi che ci hanno chiesto di rappresentarli. In secondo luogo, che abbiamo tutti il compito di lavorare in modo da consegnare una cosa più semplice funzionale a chi verrà dopo di noi – per valorizzare il tempo speso e garantire un prosieguo della nostra tradizione e specialità.
I primi della classe
Durante i lavori, alcuni delegati hanno espresso preoccupazione per il proliferare di piccole associazioni concorrenti in molti territori. Personalmente credo che l’associazionismo debba essere libero, ma soprattutto che debba essere osservato con curiosità per capire cosa differenzi ciascuna realtà. Quando ho accettato la Presidenza della nostra Associazione, sapevo bene che molti Soci da diverse parti d’Italia collaborano assiduamente e proficuamente ai lavori nazionali a volte pur non avendo nemmeno un incarico. Questo era motivo di sollievo e di orgoglio. Quello che non immaginavo era che fossero così tanti e così in gamba.
Parlando ai delegati regionali ho chiesto uno sforzo per far emergere questi talenti, questi contributi a volte pluridecennali ma ignoti ai più, a volte appena entrati in Associazione ma timidamente giovani.
Essere i primi della classe non significa essere speciali e snob, ma essere preparati sulla materia, avere basi solide, e soprattutto essere preparati a navigare in mari difficili come i tempi che stiamo vivendo.
L’Associazione che vogliamo è in mano a noi, e indipendentemente da cosa fanno gli altri dovremmo pensare a come lo facciamo noi e a chi siamo. Non è vero che la radio ha perso fascino e interesse, che i radioamatori sono in declino: abbiamo a bordo persone con cui possiamo ribaltare i luoghi comuni e disegnare ciò che ci occorre, e abbiamo la responsabilità di metterlo in pratica al più presto.
Buon lavoro a tutti de IZ4EFN
* Presidente dell'ARI